La multinazionale che sta costruendo la Ragusa – Catania costruirà il Ponte sullo Stretto


L’opera collegherà la Sicilia all’Europa: alta velocità, grandi infrastrutture e resistenza ai terremoti fino a magnitudo 7.1

Il Ponte sullo Stretto di Messina, la grande infrastruttura che dovrebbe unire la Sicilia al resto del continente europeo, sarà realizzato da Webuild, la stessa società che oggi sta costruendo il primo lotto della Ragusa-Catania, una delle arterie più attese dagli automobilisti siciliani. L’avvio dei lavori è previsto entro l’estate 2025, come confermato nelle ultime settimane dall’amministratore delegato della Stretto di Messina S.p.A., Pietro Ciucci.

Webuild, colosso italiano delle costruzioni, è già ampiamente attivo in Sicilia, dove guida importanti progetti stradali e ferroviari destinati a integrarsi con il futuro collegamento stabile tra l’isola e la Calabria. Tra questi: la nuova ferrovia Messina-Catania-Palermo, pensata per l’alta velocità e l’alta capacità e destinata a ridurre i tempi di percorrenza tra Roma e Catania a sole cinque ore.

Il ponte: una struttura da record

Il ponte sarà il più lungo al mondo a campata unica, con 3.300 metri di estensione. Prevede sei corsie stradali (tre per senso di marcia) e due binari ferroviari. La capacità di trasporto sarà imponente: fino a 6.000 veicoli l’ora e 200 treni al giorno, con ricadute logistiche ed economiche potenzialmente dirompenti per tutto il Sud Italia.

Secondo le stime ufficiali, il ponte porterà un impatto diretto di 23 miliardi di euro sul PIL nazionale, coinvolgendo circa 100.000 persone tra occupazione diretta e indiretta.

Le rassicurazioni sulla sicurezza sismica

Negli ultimi giorni si è riacceso il dibattito sulla resistenza del ponte ai terremoti, dopo alcune osservazioni sollevate dal Professor Carlo Doglioni. La Stretto di Messina S.p.A. ha però replicato con una nota ufficiale dettagliata, nella quale si evidenzia come il progetto abbia affrontato in modo scientifico e rigoroso tutte le criticità geologiche dell’area.

La società sottolinea che il ponte è progettato per resistere a accelerazioni sismiche superiori a 1,5 g, ben oltre i valori registrati nei terremoti de L’Aquila e Amatrice. Inoltre, si specifica che tutte le faglie presenti nello Stretto sono note, censite e monitorate, e che i punti di appoggio del ponte non sorgeranno su faglie attive.

Il potenziale sismico dell’area – si legge nel comunicato – non è in grado di generare terremoti oltre magnitudo 7.1, e anche in quel caso il ponte resterebbe “in campo elastico”, ovvero capace di assorbire l’urto senza danni strutturali. Il progetto è corredato da oltre 300 elaborati geologici e circa 400 indagini puntuali, tra sondaggi e analisi geotecniche e sismiche.

Viene anche ricordato che grandi ponti sospesi in zone ad alto rischio sismico esistono da decenni in Giappone, Turchia, Grecia e California, con caratteristiche geologiche anche più complesse di quelle dello Stretto.

Una rete integrata: Sicilia al centro

Il ponte non sarà solo un’infrastruttura isolata ma il nodo strategico di una rete di collegamenti ferroviari e autostradali. L’alta velocità tra Palermo, Messina e Catania e la nuova Ragusa-Catania rientrano in una visione che punta a fare della Sicilia un crocevia centrale nei corridoi europei TEN-T. E Webuild, che ha già messo mano alle fondamenta di questo sistema, sarà anche la protagonista dell’opera simbolo.

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