Accordo tra Regione siciliana e privati convenzionati per cercare di ridurre le liste d’attesa in sanità. L’accordo prevede di distribuire le risorse del 2024 per potenziare l’offerta delle prestazioni ambulatoriali. COSA PREVEDE L’ACCORDO L’intesa prevede un totale di 310 milioni di euro da distribuire alle diverse branche e province, con un aumento di 12 milioni […]
La Sicilia è la regione con più medici obiettori di coscienza
10 Ott 2021 12:24
In Italia ci sono almeno 15 ospedali in cui il 100% dei ginecologi e’ obiettore di coscienza. E’ il dato principale che emerge dall’indagine “Mai dati!” presentata durante il Congresso Nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, a cura di Chiara Lalli, docente di Storia della Medicina, e Sonia Montegiove, informatica e giornalista. Un dato che, dice l’associazione Coscioni “non compare nella Relazione sulla legge 194/78 (sulla interruzione volontaria di gravidanza) del ministero della Salute, che, aggregando i dati per Regione, di fatto non rende pubbliche le percentuali di obiettori sulle singole strutture”.
Secondo la Relazione, infatti, spiega l’associazione Coscioni, il massimo di obiettori che risulta e’ dell’ 85,8% in Sicilia. Le Regioni in cui ci sono ospedali con il 100% di ginecologi obiettori di coscienza sono 10: Lombardia, Liguria, Piemonte, Veneto, Toscana, Umbria, Marche, Basilicata, Campania, Puglia. Tra gli altri dati piu’ interessanti emersi finora dall’indagine (cui al momento ha risposto circa il 60% delle Asl e degli ospedali) i 5 presidi in cui la totalita’ del personale ostetrico o degli anestesisti e’ obiettore. Ci sono poi 20 ospedali con una percentuale di medici obiettori che supera l’80%.
E altri 13 con una percentuale di personale medico e non medico che supera l’80%. “La nostra indagine – hanno detto Lalli e Montegiove – ha una ragione politica e una pratica: i dati dovrebbero essere pubblicati regolarmente e in modo diverso: aperti e dettagliati sulle singole strutture. Solo se sono aperti permettono alle donne di scegliere in quale ospedale andare, sapendo prima qual e’ la percentuale di obiettori nella struttura scelta. Non tutte possono scegliere perche’ vivono in una citta’ dove c’e’ un solo ospedale oppure in una regione dove c’e’ un unico non obiettore. Un servizio medico non dovrebbe essere applicato in modo tanto diverso e non omogeneo”.
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