Voli cancellati all’aeroporto di Comiso. Digiacomo: “È “suco di mafia”, uno sputo in faccia al popolo ibleo”

È stato sindaco di Comiso dal 1998 al 2008. Periodo durante il quale sono state poste le basi per la nascita dell’aeroporto di Comiso.
Pippo Digiacomo è stato il protagonista della fase di start up dell’aeroporto, colui che l’ha fortemente voluto e realizzato.
L’aeroporto è entrato nel piano regionale dei trasporti, poi è stato avviato l’iter per ottenere dallo Stato l’autorizzazione alla realizzazione dell’aeroporto che, ad oggi, è l’unico scalo in Italia di proprietà di un ente pubblico territoriale. L’aeroporto è di proprietà del comune. Accade così solo per Comiso. Gli altri aeroporti sono tutti dello Stato, alcuni sono affidati all’Aeronautica militare e quindi di pertinenza del Ministero della Difesa.


Dopo di lui altri tre sindaci si sono occupati dell’aeroporto, ognuno per cinque anni: Giuseppe Alfano dal 2008 al 2013, quando l’aeroporto venne inaugurato, appena due settimane prima delle elezioni: Filippo Spataro è stato sindaco ed ha gestito tutta la prima fase dell’aeroporto, i primi voli, i primi contratti. Ma la gestione dello scalo è stata sempre e solo controllata dalla Sac di Catania, proprietaria dapprima del 51 per cento della società di gestione e poi, a partire dal 2008, del 65 per cento. Dal 2018 il sindaco è Maria Rita Schembari. Dallo scorso anno (giugno 2022) il comune ha dovuto cedere quasi interamente le sue quote. La società è stata ricapitalizzata e il comune non aveva i soldi per ricapitalizzare. In cambio, Sac ha assunto direttamente le quote.


Da quasi un anno, quindi, la gestione è interamente della Sac di Catania.


Ad aprile, la notizia eclatante: Ryanair abbandona Comiso e cancella tutti i voli. La regione siciliana interviene e assicura alcuni contratti con Aeritalia per non cedere ai ricatti e alle pressioni della compagnia low cost irlandese.
La cancellazione dei voli, anche di chi aveva già prenotato un viaggio, è stata un fulmine a ciel sereno e testimonia, ancora una volta, la debolezza di un territorio che è marginale e che soccombe rispetto a poteri e interessi che albergano altrove.
Tra i commenti di questi giorni segnaliamo proprio quello di Pippo Digiacomo (ex sindaco ed ex deputato regionale).

Il commento molto critico di Pippo Digiacomo


Digiacomo è molto critico e pone l’accento, con forza, sulle criticità. Anche perché – spiega l’ex sindaco, gran parte dei voli accolgono coloro che sono costretti a spostarsi in altre regioni italiani per affrontare delle cure che il meridione non può garantire.
I siciliani e gli iblei sono quindi penalizzati due volte.
«Mi dice un mio amico sfortunato che s’è ammalato di cancro – scrive Digiacomo – che sui voli da Comiso verso le destinazioni del centro nord una buona percentuale di passeggeri va per il ciclo di chemioterapia per poi tornare a casa subito dopo.
Oltre che per le altre mille gravi ragioni, su questa brutale RAPPRESAGLIA di Ryanair (e di chi ha consentito che si degenerasse fino a questo punto) contro l’aeroporto di Comiso pesa l’indelebile marchio dell’INFAMIA.
Questo è stato uno sputo in faccia a un popolo e a tutto quello che un popolo legittimamente auspica, programma, sogna; una vile coltellata piantata sulle spalle di un progetto di salute, lavoro e speranza (per giunta pagato a caro prezzo). Uno spregio e uno sfregio è stato quest’atto, una lezione di “suco di mafia”, cioè di quel “brodo culturale” tossico di cui parlava il grande Gesualdo Bufalino e del quale non pensavamo di diventare importatori».

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