Residenze fittizie per ottenere i permessi di soggiorno: oltre 30 le persone coinvolte

Una agenzia di disbrigo pratiche al centro dell’inchiesta che ha portato alla applicazione di 6 misure cautelari a Ragusa: 3 persone finite ai domiciliari, un obbligo di dimora a Ragusa e due sospensioni dal servizio per altrettanti dipendenti del Comune di Ragusa, nei confronti dei quali l’ente preannuncia di valutare la costituzione di parte civile nell’eventuale processo che ne scaturirà. I destinatari di misure sono 5 italiani, (tra di essi, 2 donne) e un uomo di origini tunisine.

L’inchiesta

Ma sono oltre una trentina le persone coinvolte (in gran parte “clienti”) nell’inchiesta coordinata dalla Procura di Ragusa che vede tra le ipotesi di reato il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falso in atto pubblico, produzione di documenti falsi per il rilascio di permessi di soggiorno, e corruzione. Alla agenzia i clienti, quasi esclusivamente di origine tunisina, si sarebbero rivolti per ottenere dalla agenzia stessa o da persone di fiducia, una residenza in una casa.

Una decina le abitazioni disponibili, con contratti pare registrati, in cui, quando si preannunciava il controllo per la effettiva residenza dei soggetti che la richiedevano, le persone venivano accompagnate. I dipendenti comunali erano chiamati per ‘attestare’ l’effettiva residenza delle persone in questione. E per farlo avrebbero ricevuto in cambio – e in questo verrebbe ipotizzata la corruzione – poche decine di euro. Secondo le indagini, però si sarebbe trattato di una residenza fittizia. Domani i primi interrogatori di garanzia

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