Un intervento straordinario, che segna una svolta nel campo della donazione di organi in Sicilia e rappresenta un traguardo significativo per la medicina trapiantologica italiana. All’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello di Palermo è stato eseguito con successo un delicato prelievo di fegato da un paziente ultranovantenne, un evento eccezionale per l’età del donatore, che […]
Vivevano come animali: salvati due fratellini nella campagna piemontese
28 Giu 2025 18:16
Avevano 6 e 8 anni, ma nessuno sapeva che esistessero. Non erano mai stati iscritti all’anagrafe, non avevano frequentato la scuola, non parlavano italiano e comunicavano a fatica anche tra loro. Vivevano in una cascina sperduta sulle colline del Chivassese, come in una giungla silenziosa fatta di terra, boschi e abbandono. Solo una frana, provocata dall’alluvione dello scorso aprile, ha svelato la loro presenza al mondo.
Sono stati i carabinieri, intervenuti per un’ordinanza di sgombero a causa del rischio idrogeologico, a trovarli. I due fratellini – che chiameremo Carlo e Andrea – vivevano lì con il padre, un uomo di origine olandese, mentre la madre è ricoverata all’estero per una grave malattia. Quando sono stati soccorsi, i bambini indossavano ancora il pannolino, si nutrivano con terra ed erba, e passavano ore immobili davanti a un cellulare. Nessun contatto con altri bambini, nessuna istruzione, nessuna cura.
Un’infanzia rubata
Chi li ha incontrati per primo ha parlato di un comportamento “primitivo”, come se non avessero mai conosciuto l’affetto, la socialità, le regole più basilari. Un’educazione “alternativa”, ha detto il padre per difendersi, sostenendo che i figli seguissero lezioni online e che la casa fosse dotata di strumenti musicali, sci, computer e giochi. Ma la realtà osservata dai servizi sociali del CISS di Chivasso e dagli operatori sanitari è stata ben diversa: condizioni igienico-sanitarie critiche, totale isolamento, nessun documento, nessun controllo pediatrico.
L’intervento dei servizi sociali
Dopo il ritrovamento, i bambini sono stati affidati prima a una comunità, poi separati per evitare che potessero farsi del male. “Il loro percorso sarà lunghissimo – spiegano dal CISS –. Dovranno imparare tutto da capo, dai gesti quotidiani alle parole”. È come se fossero due neonati in corpi più grandi, con traumi profondi e un vuoto affettivo che ora si cerca di colmare con l’aiuto di psicologi, educatori e medici.
Il Tribunale per i Minorenni ha stabilito che, allo stato attuale, i genitori non sono in grado di occuparsi dei figli. Nella relazione si parla esplicitamente di “assenza di stimoli” e di “condizioni incompatibili con uno sviluppo sano”. I bambini saranno quindi collocati in una casa famiglia o, se possibile, in affido a una famiglia disponibile, con incontri in luoghi protetti.
Nessuno ha visto, nessuno ha parlato
Resta una domanda inquietante: com’è possibile che nessuno, in una zona dove tutti sanno tutto di tutti, si sia accorto della presenza di due bambini mai visti prima? “Forse faceva comodo non sapere”, osservano amaramente alcuni operatori. “In fondo, erano solo due bambini. Invisibili. Fantasmi”.
La sindaca di Lauriano, Mara Baccolla, che ha firmato l’ordinanza di sgombero, parla di una “vicenda delicata e dolorosa”, sottolineando la necessità di concentrarsi ora sul recupero psicologico e affettivo dei piccoli. “Il nostro obiettivo – ha detto – è che questi bambini possano finalmente avere ciò che non hanno mai avuto: un’infanzia”.
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