Via Cairoli sommersa dai rifiuti: la raccolta dell’umido è un miraggio: “Fetore insopportabile, nessuno interviene”

In via Cairoli la puzza dell’umido è diventata insopportabile. A denunciarlo pubblicamente scrivendo a RagusaOggi è un cittadino residente in zona che da settimane documenta un disservizio diventato ormai cronico: il contenitore dell’umido viene svuotato solo una volta a settimana, il lunedì, ignorando completamente le altre due giornate previste – mercoledì e sabato.

Il risultato? Cassonetti traboccanti, rifiuti in decomposizione e un odore nauseabondo che invade l’intera area, creando non solo disagio, ma anche un potenziale rischio per la salute pubblica e per il decoro urbano.

“Ho chiamato personalmente la ditta Busso mercoledì 30 luglio – racconta il cittadino – come ho già fatto in altre occasioni. Mi hanno rassicurato: ‘Mandiamo qualcuno subito, la telefonata è registrata’. Ma a oggi, venerdì 1 agosto, non si è visto nessuno. E la situazione peggiora giorno dopo giorno.”

Il cittadino, esasperato, ha deciso di rendere pubblica la sua denuncia dopo aver tentato invano almeno quattro chiamate alla ditta incaricata della raccolta rifiuti, senza ricevere alcun richiamo o riscontro. Ora promette di presentarsi personalmente negli uffici della Busso per esigere spiegazioni. Se non otterrà risposte, informerà anche la giunta comunale e i referenti politici del territorio.

Il contenitore dell’umido, esposto in pieno sole per giorni senza essere svuotato, diventa una camera a gas a cielo aperto, soprattutto in un’estate caratterizzata da temperature roventi. La segnalazione solleva interrogativi sull’efficienza del servizio di igiene urbana e sull’attenzione riservata alle vie commerciali della città.

“Questa situazione non è solo fastidiosa – conclude – è indegna per una città che vuole definirsi accogliente, vivibile e turistica. Noi commercianti non possiamo continuare a lavorare in queste condizioni.”

L’auspicio è che, dopo questa denuncia, l’Amministrazione comunale prenda in mano la questione e costringa l’azienda incaricata a rispettare il calendario dei ritiri. Perché la dignità dei cittadini e il decoro urbano non possono attendere.

Foto: repertorio

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