VEDERE CAMMELLO… DARE SOLDI!

Ecco finalmente siamo nella fase 2 prevista dal governo Monti.
Anzi per la verità la prima parte della fase 2 quella che riguarda le liberalizzazioni è già alle nostre spalle, e adesso tocca al mondo del lavoro….
Attenzione però, la sensazione che in questo momento mi pervade è che il governo abbia un po’ perso di smalto nella realizzazione della tabella di marcia prefissata per ammodernare l’Italia adeguandola agli standard dei paesi industriali!
E si, perché questo governo è stato assolutamente inflessibile nella prima fase (quella del reperimento delle risorse economiche) con il sistema pensionistico, con i tagli agli enti locali, con il “congelamento” dell’adeguamento ISTAT per le pensioni, con l’aumento delle accise sui carburanti, con la reintroduzione dell’ICI sulla prima casa; è stato abbastanza efficace nelle liberalizzazioni della rete gas (anche perché alla fine la SNAM e l’ENI sono pur sempre aziende controllate dallo Stato), e nella liberalizzazione degli orari del commercio, ma ha fatto clamorosamente retromarcia quando si è cimentato con alcune categorie: tassisti, notai e farmacisti!
Andiamo con ordine; posta le reali difficoltà a liberalizzare queste professioni, vuoi per la funzione che svolgono (notai), vuoi perché oggettivamente chi ha investito molto denaro non può vedere bruciato d’un colpo il valore dell’investimento (tassisti, ma soprattutto farmacisti), che fine hanno fatto le proposte di partenza del governo?
Tutto sfumato! Il ripiegamento si è attestato sul pannicello caldo dell’aumento delle farmacie e dei posti di notaio e dell’espropriazione della competenza sulle licenze dei taxi rispetto ai comuni per affidarle ad una nuova Autority.
Ma qual’era l’obiettivo dichiarato dal governo? Era quello di eliminare le incrostazioni corporative per rendere più fluido il mercato e quindi tramite l’aumento della concorrenza ottenere una riduzione dei prezzi a vantaggio dei consumatori …
Prendiamo ad esempio le farmacie, l’obiettivo si doveva raggiungere dando la possibilità di vendere i farmaci di fascia “C” (per i quali è obbligatoria la ricetta del medico, ma che sono a totale carico dei cittadini) anche al di fuori delle farmacie, come è stato finora con i farmaci cosiddetti “da banco”, ebbene la forte lobby dei farmacisti ha di fatto bloccato la manovra facendo ripiegare il governo sull’aumento delle farmacie!
Ma l’aumento delle farmacie quale effetto avrà? Aumenterà la concorrenza? Farà diminuire i prezzi?
Ahimè temo proprio di no, l’unico effetto verosimile di questa nuova normativa è che produrrà in Italia 3 mila benestanti in più, della qualcosa mi rallegro con i fortunati, ma noi consumatori non ne avremo nessun beneficio!
Peraltro, personalmente non avendo nessun obiettivo punitivo nei confronti di categorie di benestanti come i titolari di farmacia, non considero assolutamente un buon risultato il fatto che la “torta” dei potenziali guadagni venga ripartita con altri tre mila nuovi titolari di farmacia. Avrei auspicato invece come risultato utile la diminuzione dei prezzi dei farmaci di fascia “C” così come si è verificato con i farmaci da banco liberalizzati da Prodi! 
  A questo punto si impone una ulteriore riflessione: i farmacisti confermandosi una lobby che si muove con logiche corporative hanno preferito questa normativa che diminuisce i proventi degli attuali titolari di farmacia per ripartirli all’interno della corporazione piuttosto che, aumentando la concorrenza diffondere i benefici tra i consumatori.
E adesso? Vuoi vedere che il furore riformista del governo riprenderà ad ardere ora che si comincia a parlare di mercato del lavoro? E vuoi vedere che i problemi dell’Italia si risolvono con l’abolizione o l’attenuazione delle garanzie dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori e con la diminuzione della Cassa Integrazione?
Ma così qualcosa non funziona. In questa Italia dove i dipendenti pubblici hanno rinunciato per ben 5 anni ai rinnovi contrattuali, i pensionati hanno rinunciato per 2 anni all’adeguamento ISTAT è tollerabile che quando poi si deve varare una normativa in cui i consumatori devono trarne un beneficio le lobby riescano a snaturarle?
Il mandato dato da noi cittadini a Monti era di non guardare in faccia nessuno, e Monti ha fatto malissimo prima a cedere alle pressioni dei parlamentari che hanno minacciosamente chiesto un passo indietro sui farmaci di fascia “C” razionando in 2 fasi la manovra e ora a maggior ragione di fatto snaturando la valenza del provvedimento che non ha più nessun impatto benefico sui consumatori.
In questo senso quale autorevolezza avrà Monti nel richiedere ulteriori sacrifici ai lavoratori quando a fronte di quelli già fatti gli stessi hanno visto che le categorie più battagliere riescono a tutelare le loro sacche di interessi privilegiati?
Questo atteggiamento “morbido” indurrà tutti gli altri a “resistere” ai futuri provvedimenti del governo aumentando a dismisura la conflittualità sociale e soprattutto in chi per primo è stato chiamato ai sacrifici giustificherà un atteggiamento di diffidenza a pagare altri prezzi “al buio” in attesa che poi i sacrifici vengano ripartiti anche agli altri.
D’ora innanzi il motto sarà: “Vedere cammello e poi … dare soldi”.

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