Vax-gate in provincia di Ragusa: fra i vaccinati una giornalista, ex sindaci e “notabili”

Non accenna a placarsi la polemica emersa in seguito al vax-gate in provincia di Ragusa, nato a Scicli nei locali dell’RSA: emergono, infatti, nuovi particolari su chi avrebbe usufruito del vaccino in un momento in cui non sarebbe stato consentito farlo. Soprattutto, emerge che non sarebbe soltanto Scicli la città interessata e che dosi a persone che non avrebbero avuto diritto al vaccino in questo momento, sarebbero state iniettate anche altrove.

Non solo Scicli: è vero che il caso è partito da lì, con il vaccino effettuato ad almeno 40 persone che non ne avevano diritto, almeno in questa prima fase (come il parroco di Modica, don Umberto Buonincontro, anche se il parroco è un ultraottantenne), ma ci sarebbero altri vaccinati in provincia che forse non avrebbero potuto ricevere la dose.

Nella fantomatica “lista” vi sarebbero notabili, ex sindaci e una giornalista. Così riporta un articolo di Repubblica Palermo. Una trentina i nomi che l’Asp di Ragusa ha scritto e consegnato ai carabinieri dei Nas che indagano sui furbetti dei vaccini.

“Meglio distribuirle a chi non aveva diritto che buttarle perché scongelate e non più conservabili”: è questa la difesa d’ufficio. Una difesa che ha un suo perchè, anche se non si capisce perchè i vaccini siano stati diluiti prima del tempo e perchè siano state chiamate persone con il passaparola e non, magari, persone che erano in lista per il giorno successivo.

 

Al centro vaccinazione di Scicli ci sono stati quattro ex sindaci della cittadina ragusana, di cui due medici che potrebbero averne diritto e due che svolgono altre professioni, un notabile della provincia che ha portato moglie e figli, oltre al parroco di Modica don Umberto Bonincontro che ha dichiarato lui stesso di aver sfruttato l’opportunità.

Proprio ieri, è emerso che l’elenco forse è più lungo del previsto e non si ferma a Scicli. Si è vaccinato il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, che però ha dichiarato di averne diritto e di essere stato convocato, in quanto medico in pensione, ma regolarmente iscritto all’albo.

 

 

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