VATICANO E MARKETING

Da tempo sostengo che non basta che un Papa scelga di chiamarsi Francesco. E non basta neanche che assuma atteggiamenti e comportamenti di evidente apertura al linguaggio degli umili e degli oppressi. Forse può cominciare a bastare il progressivo smantellamento delle istituzioni finanziarie vaticane, dietro le quali si sono consumate operazioni per lo meno dubbie, e le posizioni di potere condizionante che queste generano.

50 anni fa, un pontefice di nome Roncalli si affacciò dalla finestra dei suoi appartamenti per annunciare un nuovo corso della Chiesa. Cosa è successo dopo è patrimonio conoscitivo di tutti: connivenze politiche discutibili o esecrabili (Pinochet, Videla), lo IOR e Marcinkus, la pedofilia e le strategie di minimizzazione della sua portata, un sostanziale arretramento in materia di sessualità (da sempre l’incubo più nero del cattolicesimo). Per non dire della questione, ossessivamente archiviata come improponibile,  del sacerdozio femminile e del celibato dei preti.

Su altri temi, poi, si è consumato uno strappo ancora più lacerante fra dottrina e realtà, fra istituzione e concreta, quotidiana vita dei fedeli: l’aborto e il divorzio, capisaldi della laicità dello stato.

In realtà, probabilmente la chiesa cattolica non rinuncerà mai alla sua distanza dal mondo, quello spazio di pensiero e di coscienza su cui poter  faer agire lo strumento cardine della sua forza: il senso di colpa. Che produce una tale sofferenza da rendere quasi necessario per chiunque professi un pensiero laico chiedersi se il mondo non starebbe meglio senza cattolicesimo. O senza religione punto.

Il senso di colpa è essenziale al funzionamento del dispositivo di governo delle coscienze. Non solo perché assoggetta, ma anche perché fornisce un naturale calmieramento delle pulsioni, specie quelle sessuali che – mai inutile ricordarlo – rappresentano da sempre l’elemento più scompaginante delle vicende terrene,  dell’organizzazione e della gestione del nucleo costitutivo della società: la famiglia.

Aspettiamo a vedere cosa farà Papa Bregoglio. Molto più di vedere cosa dirà.

Il marketing, nella sua declinazione vaticana, è roba seria!

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