È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
UNA LEZIONE POLITICA DALL’UCRAINA
26 Gen 2014 14:53
Da più di un mese le strade ucraine sono smosse dalle proteste e dagli scontri tra manifestanti e polizia. Per tentare di sedare i malumori il presidente contestato ha proposto l’incarico di primo ministro ad Arseniy Yatsenyuk, uno dei più importanti esponenti del partito di opposizione di Unione Pan-Ucraina “Patria”, e quello di vice primo ministro a un altro leader della protesta, Vitali Klitschko, ex campione di boxe e capo del partito liberale di centrodestra Udar.
I due leader, sebbene avrebbero potuto cogliere la palla al balzo e prendere possesso della poltrona al palazzo degli intrighi del potere, hanno elegantemente e saggiamente rifiutato, rimettendo la decisione di attribuire la poltrona in questione al popolo sovrano.
Una grande lezione politica per i sedati politici italiani. Una grande lezione politica, che irrompe con maggior forza se considerata sullo sfondo dell’attuale discussione sul rinnovo della legge elettorale, sull’importanza dell’espressione o meno della preferenza popolare e sulla reale e legittima forza politica attribuita e riconosciuta alla scelta del popolo sovrano.
Troppo spesso, infatti, e da ormai troppo tempo si finisce per svilire e delegittimare la scelta, o la capacità di scelta, del popolo.
Sebbene si tratti di un caso esemplare di esercizio della politica, quello Ucraino è un esempio che dovrebbe riguardare anche la considerazione dell’enorme mobilitazione dinanzi il malaffare e la corruzione del potere.
Dinanzi l’ostinazione del governo, le proteste non si arrestano e rischiano di sfociare in una imminente guerra civile.
Nonostante le deboli aperture fatte ieri dal presidente Yanukovich – che tra le altre cose ha proposto un rimasto del suo stesso governo – nella notte tra venerdì e sabato ci sono stati altri scontri molto violenti tra polizia e manifestanti, specialmente a Kiev: l’obiettivo delle proteste continua a essere l’insieme delle politiche del governo e del presidente Viktor Yanukovich a favore di un riavvicinamento dell’Ucraina alla Russia, a scapito di nuovi accordi politici e commerciali con l’Unione Europea. L’opposizione accusa anche il governo di corruzione e abuso di potere.
La nazione resta profondamente divisa tra sostenitori del vicino colosso Russia-Gazprom e i fautori della politica di avvicinamento all’Europa. Negli ultimi giorni le proteste si sono diffuse da Kiev ad altre zone del paese, in particolare nell’Ucraina occidentale, e in diverse città (Ivano-Frankivsk, Chernivsti, Lutsk, Uzhgorod e Lviv) i manifestanti hanno occupato degli edifici governativi. Sul Washington Post il giornalista Max Fisher ha realizzato una mappa molto chiara che mostra la diffusione delle proteste in Ucraina in relazione ai risultati delle ultime elezioni presidenziali del 2010, quando la principale sfidante di Yanukovich era Yulia Tymoshenko, ex primo ministro dell’Ucraina che si trova in carcere da oltre due anni dopo essere stata condannata per abuso di potere e appropriazione indebita.
Incredibilmente, davanti a tutto ciò, l’Europa resta in silenzio.
Melania Scrofani
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