Una commissione intercomunale sulla Giustizia. La chiede 100 passi di Modica per la riapertura del Tribunale.

La riapertura della struttura giudiziaria modicana  è quanto richiesto a Roma lnella a seduta dell’intergruppo parlamentare sulla Geografia Giudiziaria, in occasione della quale l’avv. Enzo Galazzo ha depositato una relazione esplicativa delle ragioni per le quali il Comitato pro Tribunale di Modica ha chiesto appunto la riapertura.

“Prediamo atto che il Sindaco di Modica, scrive in una nota il comitato 100 Passi di Modica, dopo un lungo fine settimana di manifestazioni gastronomiche, in giro per l’Italia, è anche passato da Roma (bontà sua!), per l’audizione dell’intergruppo, dove ha finalmente sostenuto la riapertura del Tribunale modicano, apparentemente rinunciando, sia pure con grave ritardo, alla sua idea di destinare la struttura ad altri servizi (agenzia delle entrate, INPS, carabinieri, polizia, guardia di finanza, e chi più ne ha più ne metta). Restiamo in attesa di vedere gli sviluppi, ricordando che una Giustizia efficiente, che ad esempio impedisca il maturare dei (provvidenziali) termini prescrizionali in materia penale, è funzionale anche alla tutela del territorio, già sotto l’attenzione delle multinazionali petrolifere (nel silenzio assordante di una parte della classe politica). Riteniamo, poi, che il territorio debba mobilitarsi, anche sul piano istituzionale, creando una “Commissione intercomunale sulla Giustizia di prossimità”, composta dai 12 comuni del comprensorio, dal Libero Consorzio, dal Presidente del Tribunale, dal Procuratore della Repubblica e dal Comitato pro Tribunale di Modica, alla quale affidare, tra le altre cose, il compito di istituire un “fondo comune integrato per i servizi connessi alle strutture giudiziarie di Modica e Ragusa”, con lo scopo di garantire una copertura finanziaria supplementare dei costi di gestione delle strutture, oltre quella già messa a disposizione dalla Regione (che va, comunque, potenziata) e per predisporre i servizi connessi, soprattutto sotto l’aspetto infrastrutturale. Insomma, riteniamo che gli amministratori della nostra ormai ex provincia, debbano abbandonare la “logica delle isole amministrative”, considerando il comprensorio come un unicum amministrativo, di cui le rispettive realtà cittadine rappresentano gli strumenti di un più ampio ed unitario processo di governo del territorio. Collaborare insieme, per essere più forti e competitivi. Un imperativo categorico che può determinare un reale miglioramento della politica e della vita dei singoli cittadini”.

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