UNA BUONA NOTIZIA

Mentre l’Italia sta passando per un periodo di crisi economica e sociale molto più grave di quanto gli italiani potessero pensare e di quanto ancora una parte di essa pensi, una buona notizia si è profilata. I dati delle vendite di vino italiano all’estero dell’anno 2011 parlano chiaro: la scia positiva nelle vendite non accenna a diminuire. Le aziende italiane hanno fatturato per il 2011 una cifra che supera i quattro miliardi di euro per le sole esportazioni. Il guadagno registra un aumento del 14% rispetto all’anno precedente.
Queste stime riguardano soprattutto l’Europa, che resta il continente più interessato ai vini italiani. Primo fra i paesi europei è la Germania, che nonostante produca sempre più vino e sempre migliore sul piano qualitativo, continua a non riuscire a soddisfare tutta la richiesta locale. La Germania resta uno dei paesi che più importa vino, soprattutto dalla Francia, dall’Italia e dalla Spagna.
L’altro mercato, particolarmente interessato ai vini italiani, sono gli Stati Uniti, dove si sono registrate crescite dei dati di vendita, sebbene minori rispetto ai dati europei.
Ma la vera novità, che non deve più stupire, è la Cina, dove le esportazioni di vino italiano verso questo paese hanno registrato un aumento delle entrate di ben oltre l’80%.
Questi dati non vanno però interpretati in maniera affrettata, poiché essi riguardano i dati di guadagno delle imprese vitivinicole italiane e non il numero di bottiglie vendute. Sicuramente il numero di bottiglie di vino esportato è aumentato, ma questo fatturato deve tener pure conto dell’aumento non indifferente che le etichette italiane più richieste hanno subito in questi anni. Soprattutto con l’apertura del mercato cinese, che sta facendo lievitare i prezzi in maniera incontrollata. Ne sa qualcosa chi è appassionato di vini di Bordeaux.
Resta però la buona notizia che il vino italiano riesce ancora a vendere, nonostante la spietata concorrenza di altri paesi, come il Cile, per esempio, soprattutto per quanto riguarda il prezzo.
Il dato importante è che i prodotti agroalimentari sono ancora una risorsa per l’Italia, nonostante la poca attenzione che il paese dà a queste, spesso appoggiando, forse involontariamente, il degrado qualitativo di molti prodotti tipici o aiutando a rendere confusionarie le etichette a favore di produttori senza scrupoli e a sfavore dei consumatori.

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