Un mare di plastica e di umanità: l’urlo di Emma Dante al Teatro Garibaldi di Modica

Un teatro che non consola, che non offre vie di fuga, ma che costringe a guardare dentro la realtà. Così si è aperta la stagione di prosa 2025-2026 del Teatro Garibaldi di Modica con “Extra moenia” di Emma Dante, una delle voci più potenti e riconosciute del teatro contemporaneo. Lo spettacolo, che ha debuttato davanti a un pubblico gremito, ha travolto la platea con la sua intensità visiva e simbolica, trasformando la scena in un viaggio dentro le contraddizioni dell’umanità.

Un teatro che scuote e interroga

Emma Dante costruisce un racconto che attraversa il mondo e ne svela le ferite. La regia, fisica e viscerale, intreccia danza e parola, dolore e bellezza, in una partitura che vibra di vita.
Sul palco si muove un’umanità spaesata: persone che si svegliano, si vestono, escono. Gesti quotidiani che si trasformano in riti tragici, rivelando la guerra che non finisce mai, i migranti che affogano nei mari di plastica, le donne che si ribellano al velo e a secoli di oppressione.

Un mare fatto di migliaia di bottiglie di plastica diventa il simbolo più potente della messinscena: rumore, materia, ferita. Lì dentro l’umanità affonda, intrappolata nel suo stesso scarto.

Ogni gesto degli attori è necessario, ogni movimento è un linguaggio. La compagnia — composta da Verdy Antsiou, Alis Bianca, Roberto Burgio, Italia Carroccio, Adriano Di Carlo, Angelica Di Pace, Silvia Giuffrè, Gabriele Greco, Francesca Laviosa, David Leone, Giuditta Perriera, Ivano Picciallo, Leonarda Saffi e Daniele Savarino — si muove come un unico corpo, in una danza collettiva che tiene sospeso lo spettatore.

“Danzare per non perdersi”: la poesia del disastro secondo Emma Dante

Extra moenia” è un inno al movimento, alla sopravvivenza, al restare vivi anche nel disastro. “Danzare, danzare per non perdersi”, si ascolta in scena. È un invito, un monito, un atto di resistenza poetica.
Emma Dante ancora una volta compie un atto di verità: il suo teatro non denuncia soltanto, espone; non consola, costringe; non racconta, trasforma.

Una stagione di teatro che guarda il mondo

“La stagione del Teatro Garibaldi non poteva aprirsi in modo più potente — sottolineano Maria Monisteri e Tonino Cannata, presidente e sovrintendente della Fondazione Teatro Garibaldi —. È un teatro che si assume la responsabilità di raccontare il mondo, senza fingere che vada tutto bene.”

Il prossimo appuntamento con la prosa è fissato per il 2 e 3 dicembre con “Il vedovo”, tratto dal celebre film di Dino Risi, con Massimo Ghini e Galatea Ranzi, diretti da Ennio Coltorti.
La stagione musicale si aprirà il 29 novembre con “La Traviata” di Verdi, accompagnata dall’orchestra del Teatro Bellini di Catania.

Biglietti disponibili al botteghino del teatro e online su Ciaotickets

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