Un agente di polizia penitenziaria ha cercato di suicidarsi in carcere sparandosi. Ad Augusta. L’intervento del Sappe

Un appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria – 52 anni, due figli – in servizio nel carcere di cittadino, originario di Noto e residente a Siracusa, ha tentato questa mattina di togliersi la vita ferendosi con l’arma di ordinanza nella Caserma del penitenziario di Augusta. A dare notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

“E’ una notizia inquietante, che sconvolge tutti noi”, dichiara Donato Capece, segretario generale del SAPPE, che ricorda come quello dei poliziotti penitenziari suicidi è un dramma che va avanti da tempo senza segnali di attenzione da parte del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Dall’inizio dell’anno tre sono stati i poliziotti suicidi, due dei quali in Sicilia.

Premesso che allo stato sono in corso accertamenti sulle ragioni del tragico gesto, il SAPPE rileva come “i poliziotti penitenziari sono lasciati abbandonati a loro stessi, mentre invece avrebbe bisogno evidentemente di uno strumento di aiuto e di sostegno. Lo scorso anno 2021 sono stati 5 i poliziotti penitenziari che si sono tolti la vita, 6 furono nel 2020 ed erano stati 11 nel 2019”. Numeri “sconvolgenti”, per Capece che aggiunge: “Ministero della Giustizia e Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria non possono continuare a tergiversare su questa drammatica realtà. Servono soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo del Personale di Polizia Penitenziaria. Come anche hanno evidenziato autorevoli esperti del settore, è necessario strutturare un’apposita direzione medica della Polizia Penitenziaria, composta da medici e da psicologi impegnati a tutelare e promuovere la salute di tutti i dipendenti dell’Amministrazione Penitenziaria”, conclude Capece. “Qui servono azioni concrete e non le chiacchiere ministeriali e dipartimentali che su tutti queste tragedie non ha fatto e non fa nulla: è vergognoso e inaccettabile!”.

Capece auspica che il collega sia dichiarato presto fuori pericolo e rivolge a lui ed alla famiglia espressioni di vicinanza e solidarietà.


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