Tutti rinviati a giudizio i 9 professori universitari di Catania coinvolti nell’inchiesta “Università bandita”. Cade l’accusa di associazione a delinquere

Il Gup di Catania, Marina Rizza, ha rinviato a giudizio nove docenti imputati nel procedimento ‘Universita’ bandita’ su presunti concorsi truccati nell’ateneo, nato su indagini della Digos della Questura. I reati contestati, a vario titolo, sono l’abuso d’ufficio e il falso e per due imputati, Basile e Drago, anche la corruzione per atti contrari ai propri doveri. Il Giudice per l’udienza preliminare ha disposto il non luogo a procedere per il reato di associazione per delinquere e derubricato in abuso d’ufficio la turbata liberta’ di scelta del contraente.

Cade quindi, già in sede di udienza preliminare, l’accusa dell’associazione a delinquere, che era stata alla base delle misure cautelari disposte nel luglio 2019 e che aveva causato ampio clamore mediatico. La prima udienza del processo si terra’ il prossimo 10 maggio davanti la Terza sezione penale del Tribunale. In aula, come imputati, saranno chiamati due ex rettori, i professori Francesco Basile e Giacomo Pignataro, e sette professori: Giuseppe Barone, Michele Maria Bernadetta Cavallaro, Filippo Drago, Giovanni Gallo, Carmelo Giovanni Monaco, Roberto Pennisi e Giuseppe Sessa.

Con la stessa valutazione sulla richiesta di rinvio a giudizio, il Gup Rizza ha assolto dall’associazione per delinquere e da due episodi di turbata liberta’ di scelta del contraente il professore Giancarlo Magnano di San Lio, che ha fatto accesso al rito abbreviato, e lo ha condannato a un anno e due mesi, pena sospesa, per abuso d’ufficio. Al centro dell’inchiesta della Procura di Catania “la nomina come docenti, ricercatori, dottorandi e personale amministrativo di soggetti preventivamente individuati dagli stessi associati”. Nel secondo troncone della stessa inchiesta ‘Universita’ bandita’ la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di altre 45 persone, la cui posizione era stata stralciata dal fascicolo principale. E’ attesa la decisione del Gup Simona Ragazzi.

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