Un intervento straordinario, che segna una svolta nel campo della donazione di organi in Sicilia e rappresenta un traguardo significativo per la medicina trapiantologica italiana. All’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello di Palermo è stato eseguito con successo un delicato prelievo di fegato da un paziente ultranovantenne, un evento eccezionale per l’età del donatore, che […]
“Ti infetto con HIV ed epatite”: detenuto sputa sangue contro la direttrice del carcere. Shock in Sicilia
20 Giu 2025 15:14
Un gesto agghiacciante, che poteva trasformarsi in una tragedia sanitaria. È quanto accaduto nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto, dove un detenuto ha sputato sangue alla direttrice dell’istituto, Romina Taiani, nel tentativo deliberato – secondo le prime ricostruzioni – di trasmetterle patologie infettive di cui è portatore, tra cui HIV ed epatite C.
Il fatto ha destato enorme indignazione nel personale penitenziario e nei sindacati. A manifestare “piena solidarietà” alla funzionaria e agli agenti aggrediti sono stati Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria (SPP), e Antonino Agrì, segretario locale.
“È un episodio gravissimo – denunciano – che deve riaccendere i riflettori su uno dei tanti pericoli che ogni giorno il personale penitenziario affronta: quello delle malattie infettive”. Secondo i dati forniti dal sindacato, centinaia di detenuti nelle carceri siciliane risultano HIV positivi, in gran parte tossicodipendenti, a cui si aggiungono portatori attivi di epatite B e C e altre patologie a trasmissione virale.
Il problema – lamentano i rappresentanti del SPP – è che l’amministrazione penitenziaria è perfettamente a conoscenza del fenomeno, ma mancano adeguate misure di protezione per gli agenti e i dirigenti che lavorano ogni giorno a stretto contatto con questi soggetti.
Il gesto del detenuto, ora al vaglio dell’autorità giudiziaria, non è solo un’aggressione fisica, ma rappresenta un attacco biologico che solleva domande urgenti sulla sicurezza sanitaria nelle carceri italiane.
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