È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
TEMPI DIFFICILI
02 Gen 2014 18:12
Sono tempi molto difficili, questi, per il teatro e la cultura in generale in Italia. Le notizie riguardanti lo“stato dell’arte” che provengono dalle istituzioni non sono quasi mai positive, e questo accade da tempo. Due anni fa, in occasione di un suo intervento al Teatro Valle occupato a Roma, Fabrizio Gifuni ebbe a dire che “si è distrutta culturalmente una popolazione” e che “i giovani, che si sono formati in questo periodo di falso progressismo e falsa tolleranza, stanno pagando questa falsità nel modo più atroce”. Come dargli torto? Eppure, in tutta questa oscurità, una luce, importante e forte, arriva dalla scuola, che con il teatro condivide un continuo, sistematico stillicidio nella sottrazione delle proprie risorse. Nonostante le innumerevoli difficoltà, molti studenti, stimolati dai loro validi insegnanti (molto dobbiamo al coraggio e all’impegno dei docenti, che sono da elogiare e ringraziare pubblicamente) vengono a teatro e ci vengono volentieri.
Non si tratta di un dato di poco conto, considerando che, a differenza di altri paesi civili, il teatro non è materia di insegnamento scolastico. Le recenti disposizioni di legge, (dalla cosiddetta riforma Gelmini in poi) che devitalizzano l’insegnamento della storia dell’arte, ci inducono a pensare che non lo sarà mai, o che per lo meno non lo sarà in tempi umani. Eppure, ecco i ragazzi a teatro. Non perché costretti con la forza o con il miraggio di perdere noiose ore di lezione, ma perché essi stessi chiedono ai loro insegnanti di vedere questo o quello spettacolo; se opportunamente stimolati ad aprire la mente, a capire il mondo, vogliono andare a teatro, hanno “fame di teatro”, come qualcuno direbbe. In altre parole hanno voglia di emozioni, di quelle emozioni che il palcoscenico, e solo il palcoscenico, può regalare.
Il Ce.D.A.C. ha promosso sin dalla sua nascita il teatro per gli studenti, ed ha il merito di aver consolidato un rapporto di fiducia e di collaborazione con le scuole e gli insegnanti della città di Cagliari e di molti comuni vicini e lontani.
I dati numerici della stagione 2012-2013 sono eloquenti:
1530 studenti delle scuole medie inferiori e superiori hanno assistito ad uno o più spettacoli della stagione di prosa;
724 hanno usufruito di pacchetti abbonamento variabili dai tre ai sei spettacoli;
2502 hanno assistito, in teatro o presso il loro istituto, ad almeno due rappresentazioni organizzate appositamente per le scuole;
356 studenti delle scuole primarie hanno sottoscritto un pacchetto abbonamento a loro dedicato.
In totale, rispetto alla stagione 2011-2012, abbiamo avuto un incremento di oltre 500 studenti, e il dato per il 2014 è in crescita, nonostante le difficoltà economiche e i limiti organizzativi degli istituti, sempre più penalizzati dalle cosiddette riforme.
Un altro dato molto positivo viene dal fatto che gli spettacoli proposti dal Ce.D.A.C abbiano avuto modo di andare in scena in molti centri dell’isola, come Seui, Terralba, Iglesias, Sennori, Valledoria, Lanusei.
Il Ce.D.A.C. continua a credere fortemente nel teatro rivolto ai giovani, come investimento per un futuro migliore, un futuro dove la cultura e l’eccellenza abbiano il posto che meritano.
Se è vero che il teatro è cibo per l’anima, un aiuto potente a costruirsi una coscienza critica, una corazza che aiuti a resistere alla banalità e al brutale imbarbarimento culturale della nostra epoca, è vero che ci sono delle speranze per i futuri cittadini.
Uno studente che ama il teatro, che attraverso il teatro vede il mondo da punti di vista che non sono quelli triti e sciatti della società consumistica, è più probabile che possa avere maggiori opportunità per comprendere se stesso e il mondo che gli sta intorno, una volta adulto. Forti di queste convinzioni rivolgiamo al settore scuola e ragazzi della nostra programmazione un’attenzione particolare, fatta di competenza, entusiasmo, e costante aggiornamento.
Francesco Cabiddu
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