Successo di pubblico e di critica per “L’aumento” con la Compagnia Godot

RAGUSA – Non era certo un testo facile, quello de “L’aumento” di Georges Perec, uno dei caposaldi del teatro dell’assurdo e la sua messa in scena, lo scorso fine settimana al Teatro Perracchio di Ragusa da parte della Compagnia G.o.D.o.T., avrebbe potuto incrociare gli interessi di una nicchia di spettatori.
Ed invece è stato un doppio grande successo con un sold out, con il pieno gradimento del pubblico e con l’attenzione di vari critici. La piéce teatrale, con cui la Compagnia G.o.D.o.T. ha debuttato nel 2015 a Catania, è un divertente atto unico che indaga sulle maggiori possibilità di successo nel chiedere al proprio capoufficio un adeguamento di stipendio.
Sul palco, insieme ai maestri Vittorio Bonaccorso, che ha curato anche una splendida e accattivante regia, e Federica Bisegna (che si è occupata anche dei costumi), c’erano gli allievi-attori Giuseppe Arezzi, Sara Cascone, Giulia Guastella e Lorenzo Pluchino, con la collaborazione di Micaela Sgarlata. Sono loro ad interpretare i “mezzi” usati dal lavoratore per chiedere l’aumento al suo superiore senza rischiare il licenziamento, ovvero la proposta, l’alternativa, l’ipotesi positiva, l’ipotesi negativa, la scelta, la conclusione.
Recensioni positive da parte di vari critici tra cui Danilo Amione che qui si riporta a seguire: “Grande teatro a Ragusa. Con “L’aumento” di Georges Perec la Compagnia Godot di Federica Bisegna e Vittorio Bonaccorso raggiunge, obbligatoriamente, livelli assoluti di perfezione in quanto a recitazione e messinscena. I principi di matematica e di geometria, su cui genialmente lavora Perec (metodo dell’OuLiPo) per rappresentare il vuoto della società di massa, alienata e spersonalizzata, diventano in scena motori incessanti e accelerati di una dinamica diretta verso il niente. Testo difficilissimo, per questo poco rappresentato in Italia, che rievoca tante tappe della storia dello spettacolo.
Muovendosi dal Vaudeville al teatro dell’assurdo di Beckett (anch’egli appassionato di movimenti geometrico- matematici votati all’inutilità, vedi “Finale di partita” e il corto “Film”), passando per Buster Keaton e Jacques Tati, e con chiari riferimenti al grande scrittore Raymond Quenau, Perec, attraverso un piano sequenza teatrale di oltre un’ora, imprime nello spettatore un senso dell’attesa che si risolverà soltanto con lo sguardo sperduto verso la sala del protagonista silente (uno straordinario Vittorio Bonaccorso, grandemente simile al Renato Rascel di “Policarpo ufficiale di scrittura”). Nel finale, gli altri protagonisti (altrettanto straordinari, Federica Bisegna, Sara Cascone, Giulia Guastella, Lorenzo Pluchino e Giuseppe Arezzi) sono fuori scena, pronti a rientrare alla prossima replica, per sottoporsi e sottoporre il “collega” ad una ennesima prova, la richiesta di un aumento dello stipendio, destinata a fallire, certamente non per mancanza di soldi. E non è un caso se questo straordinario spettacolo, diretto magistralmente dallo stesso Vittorio Bonaccorso, sarà ancora in scena a Roma, il prossimo aprile, ospite del Teatro Officina delle Arti Pasolini, diretto da Massimo Venturiello e Tosca. Evviva la meritocrazia, quando riesce a imporsi”. Intanto si ritorna in scena, questa volta al Teatro Ideal, il 3 e 4 marzo con la lezione spettacolo a conclusione del laboratorio “Recitar cantando” con il maestro Pietro Cavalieri.

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