SOTTRAZIONE FONDI LEGGE SU IBLA-LA SAGA DELL’IPOCRISIA

Se è vero, come si sussurra in certi ambienti bene informati all’interno della  struttura amministrativa del Comune di Ragusa, che il periodo in cui si sono verificati i 16 milioni di euro di ammanchi della legge su Ibla andrebbe compreso tra il 1998 ed il 2012, molte titubanze ed ipocrisie si spiegherebbero da sé.

Le amministrazioni che si sono succedute in tale periodo, a parte la breve esperienza, poco più di un anno,  dei due Commissari Bianca e Rizza, sono quelle dei Sindaci Arezzo-Solarino-Dipasquale, per un arco di tempo di  quattordici anni, dieci dei quali rientranti nelle amministrazioni Dipasquale, ( sette come Sindaco e tre come Vicesindaco di Arezzo)  al tempo berlusconiano di ferro ed attualmente renziano doc.

Inoltre la cosa appare ancora più verosimile se si considera che l’amministrazione precedente era stata quella del Sindaco Giorgio Chessari, padre della legge su Ibla, che mai avrebbe tradito lo spirito della sua creatura.

Pertanto nessuno meglio del’On. Dipasquale dovrebbe sapere come sono stati spesi i fondi mancanti della legge su Ibla. Invece di presentare, in qualità di attuale deputato regionale, il bizzarro emendamento sulla riduzione delle royalties a solo danno del comune di Ragusa, affossando, con la bocciatura dello stesso, anche il finanziamento della legge su Ibla, farebbe meglio a cercare di dare queste risposte.

Se poi non dovessero esser stati spesi durante le sue amministrazioni, nessuno più di lui  sarebbe stato  nella migliore condizione per denunciare chi aveva illegittimamente speso tali fondi; tutto ciò non vuole essere una scusante per la successiva Amministrazione Cinque Stelle che ha continuato, contraddicendo il suo e “nostro” programma elettorale,  continuando pervicacemente nello  stesso atteggiamento di  avallo e di copertura.

Sarebbe bastato che l’ex Portavoce Sindaco Federico Piccitto o il suo “alter ego” Assessore al Bilancio dessero incarico ad un dirigente del  settore finanziario per indagare su quanto fosse stato annualmente speso, dei 5 milioni della legge su Ibla, per opere rientranti nel rispetto dei vincoli imposti da tale legge e quanto invece fosse avanzato e poi speso  per opere non attinenti alla stesa legge.

E così, individuate le spese distratte dalla loro destinazione o non “allineate” come eufemisticamente, quasi a voler attenuare la responsabilità di chi ha compiuto l’abuso, sostiene lo stesso  Assessore al Bilancio, sarebbe stato facile risalire ai responsabili.

Se i 16 milioni di euro devono essere rimessi al loro posto, come è giusto che sia, non devono essere i cittadini a scontarne le conseguenze, accollandogli le somme spese illegittimamente, ma chi ha compiuto tale abuso.

La Commissione d’inchiesta appena nominata per fare luce su tali fondi sottratti, Commissione di cui si poteva benissimo fare a meno se vi fosse stata una diversa volontà politica, a parte la buona fede di chi l’ha proposta, sarà un modo per allungare i tempi.

Servirà unicamente a confondere ancora di più le responsabilità, col risultato che nessuno ne risponderà  e che nessuna responsabilità verrà contestualizzata.

Speriamo che in questo caso venga smentita la pessima fama di cui godono le Commissioni di Inchiesta, di qualsiasi livello.

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