SOSPENDERE OGNI DECISIONE SULLA GESTIONE DEL BENE ACQUA

Sospendere ogni attività di ricerca, di individuazione e di decisione del modello di gestione del sistema idrico integrato in attesa che si svolgano i due referendum sull’abrogazione dell’articolato di legge che pone come privata, in diversi modelli, la gestione dell’acqua e dall’alta che la sottocommissione (emanazione della IV commissione Ambiente) all’ARS, presieduta dall’on. Roberto Ammatuna, definisca prima dell’estate il disegno di legge  dei cinque attualmente allo studio (presentato da tutti i gruppi e che si pongono l’obiettivo della gestione pubblica dell’acqua). Il forum per la gestione pubblica dell’acqua chiederà alla Provincia regionale di Ragusa e ai sindaci iblei  di concretizzare una moratoria in attesa degli sviluppi della situazione.

Questa è la conclusione del seminario di studio tenutosi a Modica, stamani, nella sala consiliare di Palazzo San Domenico e presieduto dal Sindaco, Antonello Buscema e che ha visto la presenza dei parlamentari regionali del PD, Giovanni Panepinto ( primo firmatario del DDL di maggioranza sulla gestione pubblica dell’acqua), Pippo Di Giacomo, che ribadendo la posizione chiara dal PD siciliano sul modello di gestione pubblico, ha stigmatizzato l’assenza dell’assessore provinciale all’Ambiente Salvo Mallia che poteva spiegare le ragioni della scelta in house, anche se in contrasto con quello sostento dal PD e dal Forum,(l’assessore Mallia, peraltro co organizzatore del seminario, aveva informato il gabinetto del Sindaco di essere costretto in sede per motivi di salute), Roberto Ammatuna e del Prof. Vito Nivarra docente di diritto privato all’Università di Palermo.

Presenti i rappresentanti del Forum per la gestione  pubblica dell’acqua, Antonella Leto ( responsabile regionale), Nadia Fiorellini, Aurelio Mezzasalma (responsabile del Dipartimento Beni Comuni della CGIL di Ragusa che ha condannato l’assenza dei sindaci al seminario tacciandoli di insensibilità rispetto ad un tema così importante e decisivo per le loro comunità), Giovanni Avola segretario generale della CGIL di Ragusa e Peppino Ruta, segretario provinciale della UIL, il consigliere provinciale dell’IDV Giovanni Iacono.

La filosofia con la quale si chiede il modello di gestione del sistema integrato idrico è chiara.

 Un modello che eviti gli arricchimenti, ha sostenuto Aurelio Mezzasalma dopo avere fatto la cronistoria di quanto accaduto in provincia di Ragusa, e che copra solo i costi e che consenta di mantenere pubblica la gestione con i riferimenti alla trasparenza, all’ efficacia e all’efficienza del servizio. Non un modello misto o in house che rispondono a regole di diritto privato; sarebbe auspicabile la costituzione di un’Azienda Speciale, frutto di un Consorzio di Comuni che sulla scorta di un tutto pubblico garantisca il modello di gestione sulla base del diritto pubblico.

Il ddl in sottocommissione, nei fatti, stravolge la linea dettata dalla legge nazionale sottoposta a referendum, ma dovrà essere la Regione, sostiene l’on. Giovanni Panepinto, a controllare le gestioni degli Ato idrici atteso che i sindaci devono prodigarsi per intercettare i finanziamenti europei utili a mettere ordine alle reti idriche e agli impianti di depurazione.

Ma il futuro è avaro di certezze. Il giurista Vito Nivarra ha scomposto i pezzi di un puzzle che ci conducono ad un chiarimento laddove si conosceranno gli esiti dei referendum ( uno dei quali dovrà abolire l’art. 23 bis del decreto Ronchi che prevede le tre forme di gestione – privato, misto e pubblico- con prevalenza dei primi due) In caso di esito positivo della consultazione popolare emergerebbe la posizione espressa dalla CEE in tema di modelli di gestione nel senso che i tre modelli sarebbero allineati e quindi optabili allo stesso modo ma non ci sarebbe spazio per le aziende speciali in quanto, per decisione del governo italiano, gli enti pubblici non possono direttamente gestire il servizio.

In teoria, sostiene  il prof. Nivarra, si potrebbe applicare il modello in house che con alcuni accorgimenti tecnici potrebbe garantire pubblicità e trasparenza nella gestione.

Solo la Regione Sicilia, adottando il ddl in fase di redazione nella quarta commissione, può introdurre il modello dell’Azienda Speciale che va chiaramente in controtendenza rispetto alla norma nazionale.

Si dichiara convinto di questo l’on. Roberto Ammatuna che testimonia del fallimento politico e gestionale degli ATO gestiti con il sistema privato in varie regioni italiane che si caratterizzano per scarsa qualità dei servizi, condizionamenti della mafia e mento del costo del servizio idrico.

Il PD siciliano sulla questione dell’acqua come bene pubblico ha posto una pregiudiziale al Governo della Regione, per fortuna su questo si è creato un movimento trasversale all’ARS, che farà valere sempre e in tutte le sedi.

 

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