SOPPRESSIONE PROVINCIA, I LUPI PERDONO IL PELO MA NON I VIZI

In merito alle discussioni avviate in questi giorni relativamente alla soppressione delle Province sto purtroppo constatando che si sta verificando una sorta di eterogenesi dei fini.

Come Italia dei Valori abbiamo raccolto 400.000 firme (delle 50.000 occorrenti) per portare in Parlamento un disegno di legge di iniziativa popolare di revisione Costituzionale con una riforma organica di tipo Parlamentare, in assenza della quale il miglior modo è quello di fare esprimere, sulle Province,  i Cittadini con un referendum. 

Le regole sono la base della convivenza sociale e sulle regole non si può né scherzare né barattare. Il governo Monti ha votato una finta abolizione delle Province (perché ne mantiene una sorta di fantasma e ciò per evitare l’iter di revisione costituzionale e quindi le regole) e il Presidente della Regione Siciliana, da “lupo” che finge di perdere il pelo ma non smarrisce mai i vizi, si accinge a varare, con la sua maggioranza PD, MPA, FLI e forse Udc una legge pericolosa che estende i “carrozzoni” ed elimina ogni forma di democrazia diretta. 

Dove sta la pericolosità di ciò che sta avvenendo?

In primo luogo, di fatto, non si eliminano le province ma vengono trasferite funzioni e personale ad entità non democratiche ma ciò che è devastante in assoluto è che i cosiddetti “liberi consorzi tra comuni” non collimano con l’attuale organizzazione circoscrizionale statale e quindi le province (non l’Istituzione Provincia), a cominciare da quella di Ragusa, perdono qualsiasi identità Istituzionale, storica, geografica, culturale. 

Il rischio per l’identità collettiva è quello di frantumarsi e separarsi. Tra l’altro il passaggio da un ordinamento storico consolidato al caos viene, guarda caso, gestito attraverso Commissari di Lombardo e di qualche altro notabile della maggioranza che ancora lo sostiene a partire dal PD per finire all’UDC. 

Le istituzioni si possono e si devono riformare ma senza salti nel buio e, soprattutto, attraverso passaggi democratici e riforme organiche, il che è esattamente ciò che ha chiesto Italia dei Valori.

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