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Sfratti, povertà e canoni insostenibili: in Sicilia è emergenza casa per 37 mila famiglie
16 Nov 2025 12:14
La crisi abitativa in Italia – e in Sicilia con una gravità ancor maggiore – ha superato ogni soglia di sostenibilità sociale. Ciò che un tempo era un problema gestibile è diventato oggi un collasso strutturale, frutto dell’assenza di politiche pubbliche e interventi adeguati. Mentre la politica si rifugia in slogan e pseudo strategie immobiliari, migliaia di famiglie restano abbandonate davanti a un mercato immobiliare ormai proibitivo.
A denunciarlo è l’ANIA (Associazione nazionale inquilini associati), attraverso il suo segretario nazionale, dr. Andrea Monteleone, che descrive una regione, quella siciliana, in ginocchio.
Una fotografia allarmante: la Sicilia al limite
Le liste d’attesa per l’assegnazione degli alloggi ERP sono diventate interminabili: in Sicilia sono 37.278 le famiglie in attesa di una casa popolare, con richieste inevase che sfiorano il 100%.
L’isola registra 18,5 domande di alloggio ogni 1.000 famiglie, contro la media nazionale di 12,5: un dato che mostra chiaramente l’emergenza.
Poi c’è il fronte degli sfratti, sempre più drammatico. Nel 2024 se ne contano 4.950 tra eseguiti e convalidati, con Palermo che da sola raggiunge quota 1.921. Non si tratta più solo di fragilità sociali tradizionali, ma di nuovi poveri, famiglie con reddito regolare che non riescono più a sostenere gli affitti a prezzo di mercato.
Secondo l’ANIA, questa crisi deriva da trent’anni di mancati investimenti pubblici nell’edilizia residenziale sociale, spesso giustificati da scelte pseudo-ambientaliste, uniti alla progressiva perdita del potere d’acquisto dei lavoratori.
La conseguenza è un mercato immobiliare che esclude intere fasce della popolazione, alimentando tensioni e fratture sociali.
Il mito fuorviante delle case sfitte
Alcune forze politiche sostengono che la soluzione sia semplice: utilizzare le case sfitte. Ma questa, secondo l’ANIA, è una narrazione distorta.
In Sicilia ci sono 923.360 unità abitative sfitte, ma:
- oltre il 55% si trova in comuni rurali in via di spopolamento, lontani da lavoro e servizi;
- circa il 30% è costituito da immobili situati nei centri storici, spesso ruderi privi di abitabilità;
- il restante 15% sono seconde case e abitazioni turistiche.
Questi numeri dimostrano che puntare sulle case vuote come soluzione unica significa evitare il problema, e talvolta aggravarlo con misure punitive verso i proprietari che non incidono sulla reale emergenza nei grandi centri abitati.
La proposta dell’ANIA: costruire, riqualificare, incentivare
Per l’ANIA è necessario dare avvio a programmi di riqualificazione certificata in collaborazione con gli IACP, per riportare sul mercato alloggi dignitosi a canoni calmierati. Ma da sola la riqualificazione non basta.
Serve il coraggio di tornare a costruire nuovi alloggi pubblici e convenzionati.
L’associazione propone un nuovo piano casa, ispirato al modello del Piano Fanfani, che preveda:
- investimenti pluriennali per realizzare nuovi alloggi nelle città con maggiore pressione abitativa;
- quartieri moderni, dotati di servizi, verde pubblico, mobilità e vivibilità reale;
- quote certe di alloggi a canone moderato e sociale;
- controlli stringenti per evitare speculazioni travestite da housing sociale.
Senza nuove costruzioni e senza un aumento reale dell’offerta pubblica, ogni altra misura rischia di essere una toppa temporanea.
Affitti turistici e mercato drogato
Il boom degli affitti brevi turistici ha contribuito all’impennata dei canoni. Per questo l’ANIA chiede una regolamentazione nazionale più severa, capace di tutelare il turismo senza trasformarlo in una minaccia per la residenzialità.
Più incentivi fiscali per la locazione assistita
I contratti a canone concordato hanno dimostrato di essere uno strumento efficace per calmierare il mercato e far emergere il nero. Per questo l’ANIA ritiene indispensabile:
- potenziare le agevolazioni fiscali per i proprietari che adottano contratti assistiti;
- rafforzare la cedolare secca agevolata per chi si avvale delle organizzazioni sindacali dell’inquilinato e della proprietà;
- garantire trasparenza, rispetto degli accordi territoriali e canoni realmente accessibili.
Senza un ampliamento delle agevolazioni, il mercato continuerà a privilegiare i canoni liberi e irregolari, alimentando sfratti e precarietà sociale.
Servono scelte coraggiose, non propaganda
Per l’ANIA è urgente:
- ristabilire i contributi per l’affitto e per la morosità incolpevole;
- avviare un vero piano casa nazionale;
- rafforzare le agevolazioni fiscali legate ai contratti assistiti.
Solo attraverso nuove costruzioni, riqualificazione diffusa e incentivi fiscali adeguati sarà possibile fermare una crisi che oggi rappresenta una delle più gravi emergenze sociali del Paese.
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