Se anche il lusso va in crisi. Fallita la società di gestione del Donnafugata Golf Resort, 45 posti di lavoro a rischio. Dal notaio saranno presentate offerte per rilevare il ramo d’azienda

“Sono molto preoccupato per la sorte che interessa da vicino 45 lavoratori, di cui 8 a tempo pieno e 37 a tempo parziale verticale, che sono stati impiegati dal Donnafugata Golf Resort, la cui società di gestione è stata dichiarata fallita con sentenza del Tribunale di Ragusa nel maggio 2018. Ora, però, questi lavoratori operanti sul territorio comunale sono in attesa che si sciolgano i nodi relativi al loro futuro perché entro il 10 gennaio, presso lo studio di un notaio della nostra città, saranno presentate le offerte per l’affitto di azienda al fine di garantire la continuità dell’attività e la conservazione del valore economico della stessa, oltre che la funzionalità dei beni che la compongono durante il tempo necessario per giungere alla vendita”.
E’ quanto dichiara il consigliere comunale di Ragusa Mario D’Asta il quale afferma che, secondo ciò che è stato stabilito dal Tribunale, al soggetto affittuario sarà imposto di mantenere inalterato il numero del personale dipendente. “Al di là del fatto squisitamente tecnico-procedurale su cui, ovviamente, non intendo mettere bocca – continua D’Asta – la mia preoccupazione è legata a ciò che potrà accadere a queste persone che avevano trovato una occupazione e che, adesso, in un futuro non molto remoto, rischiano di perderla. E ritengo che questa dovrebbe essere anche la preoccupazione del sindaco di una città che tiene a far sì che le occasioni di lavoro possano se non crescere quantomeno rimanere inalterate. Per questa ragione chiedo al primo cittadino di seguire con attenzione l’evolversi delle vicende procedurali che riguardano il Donnafugata Golf Resort e di attivarsi per capire quale futuro potrà disegnarsi per la struttura in questione.
Non dimentichiamo che, per la sua natura, è stata una delle strutture ricettive più prestigiose presenti sul nostro territorio comunale e che è stato fatto il possibile per salvarla anche se il fallimento, a un certo punto, è risultato inevitabile. Ritengo che il Comune debba avere a cuore questa, come anche le altre, situazioni che meritano di essere analizzate con la dovuta attenzione per trovare le giuste strade che consentano di salvare il salvabile. E’ fin troppo evidente che nessun tipo di responsabilità, in proposito, può essere addebitato all’ente locale che però deve cercare di monitorare e capire fin dove ha l’opportunità di intervenire per evitare il peggio”.

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