SCICLI: IL CONSIGLIO COMUNALE APPROVA IL PIANO URBANISTICO COMMERCIALE

Il Consiglio comunale ha approvato il Piano di Urbanistica Commerciale sulle aree private. Si tratta di uno dei punti qualificanti del programma elettorale della giunta Venticinque, un cardine della legislatura.

Lo strumento è stato approvato con i voti della maggioranza di centrodestra, e con l’astensione dei consiglieri di opposizione presenti.

«Si tratta del primo Piano di Urbanistica Commerciale -chiosa l’assessore allo Sviluppo economico Giorgio Vindigni (nella foto)- di cui si dota Scicli, dall’introduzione della legge 28 del 99. Un Piano di programmazione commerciale era stato redatto e approvato nel lontano 1977. Anche allora, come oggi, il progettista è stato il prof. Ignazio Arrabito».

Quali sono i punti qualificanti del nuovo Piano? «Intanto l’aver puntato sul centro storico di Scicli e Donnalucata come fulcro della rivitalizzazione commerciale della città – spiega l’assessore Giorgio Vindigni –  in coerenza con i progetti di Centro Commerciale Naturale accreditati dalla Regione. Poi l’aver individuato una zona a vocazione commerciale in contrada Arizza, confinante con quella esistente e già satura, secondo gli assi della viabilità principale e secondaria, e destinata ad accogliere strutture commerciali, alimentari e non, di media grandezza.

Sono state adeguate – termina Giorgio Vindigni – le norme di edilizia a quelle sanitarie, e questo consentirà la regolarizzazione di diversi bar e attività commerciali che sinora era state penalizzate da discipline discordanti in materia, mentre si favorisce la rifunzionalizzazione di quei capannoni agricoli che non vengono più utilizzati per l’originaria destinazione d’uso».

La legge 28 del 99 era nata per favorire la nascita di strutture di vendita medio-grandi, ma l’esperienza degli ultimi anni ha indotto a piegare tale norma a un’interpretazione più favorevole alla crescita di negozi di vicinato, un commercio di prossimità, in cui la città, il suo centro storico unico, rappresentano un valore aggiunto per gli esercizi commerciali, che diventano piuttosto luoghi di servizio al pubblico e non semplici negozi.

 

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