SANITA’ IN RIANIMAZIONE

 

Sgomento, vergogna, sconcerto, rabbia, delusione, frustrazione, incredulità. Tutti sentimenti che sono legittimi dopo le notizie che riguardano i fatti di mala sanità nel ragusano. Non più tardi di poche settimane fa avevo denunciato che c’era qualcosa che non andava, che si faceva commercio con la salute dei cittadini in questa provincia, che si approfittava dei loro bisogni nel momento di maggiore debolezza, quando si sta male, quando si dipende totalmente dalle labbra del luminare. Tutti muti, tutti zitti a fare quadrato, addirittura a dire che erano degli allarmi ingiustificati di un comunista mangia bambini. Il caso del prof. Civello è solo la punta di un iceberg grande quanto tutta la sanità nazionale. il problema non è il prof.; lui semmai è “l’utilizzatore finale” (e si farà i conti con la sua coscienza) di un sistema che è ammalato grave, terminale e che nessun politico mette in discussione perché non “conviene” elettoralmente inimicarsi i medici che sono potenti elettori e tutta la loro lobby a partire dagli ordini dei medici che dicono e non dicono di fronte a tali malefatte. L’attività intramoenia è una lordura anche se legale. Lo dico da tanti anni. I soldi sono diventati il nuovo Dio a cui sottomettersi.

Resistere a questa tentazione è difficile e dura ed alcune volte considerata non una virtù ma una viltà, una forma di mediocrità professionale: non fai i soldi perché non sei bravo, non fai sfoggio dei tuoi meriti, non hai i titoli professionali. Non è vero! Ci sono tanti medici seri onesti che tutti i giorni si impegnano per onorare il loro giuramento, non quello di Ippocrate, ma quello della loro etica e della loro moralità, della loro storia culturale e della loro educazione al bene comune, che sembrano ormai parole morte a cui non dare piu’ ascolto. Se siamo ridotti a questi livelli da fare impallidire anche Josef Mengele, se non abbiamo lo scatto di orgoglio non di indagare, non di aspettare la magistratura, non di avere fiducia nel corso della giustizia, (che sono cose ovvie) ma di credere nella politica seria che faccia piazza pulita di questi comportamenti alla base, con la legge sulla incompatibilità, (o sei un dipendente del pubblico o sei del privato e le due posizioni sono inconciliabili)  allora avremmo perso la battaglia che potrebbe condurci verso un mondo giusto e retto dove queste aberrazioni non dovrebbero neanche essere pensate e dove tutti i cittadini, quelli con i soldi e quelli senza i soldi, possono aspirare al diritto di avere la stessa possibilità di essere curati senza distinzione di censo. (Pippo Mustile (medico) e consigliere provinciale di Sel)

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