REPLICA AI GRUPPI DI OPPOSIZIONE

Ancora una volta i consiglieri di opposizione di Comiso, non trovando argomenti validi tentano di camuffare le loro difficoltà politiche mettendo in moto, come da sempre sono stati abituatati la macchina del fango.

Siamo al paradosso: una opposizione che in ogni seduta praticamente abbandona l’aula appena intravede la possibilità di far cadere il numero legale, che annuncia che la maggioranza da sola deve assicurare il numero per approvare i provvedimenti, che ricorre all’ostruzionismo ogni volta che ne ha la possibilità ora si lamenta se la maggioranza non è al completo in una seduta di esclusivo interesse loro.

Durante l’ultima seduta ispettiva del consiglio comunale, appositamente convocata per trattare le interrogazioni presentate dall’opposizione,  la maggioranza era presente con ben sei consiglieri in aula, un numero superiore a quello dei consiglieri di centrodestra, in teoria molto più interessati agli argomenti trattati. Tra l’atro in prima convocazione non erano presenti nemmeno alcuni degli interroganti. E come se non bastasse, mentre insieme al presidente Bellassai stavamo pianificando come poter svolgere la seduta, senza alcun motivo plausibile se non per il nervosismo che da qualche tempo serpeggia tra le loro fila, alcuni consiglieri di opposizione hanno assunto un atteggiamento poco consono ai lavori del consiglio.

Quindi altro che maggioranza che non rispetta la città, questa maggioranza con grande senso di responsabilità è presente sempre ai lavori consiliari. Non accettiamo attacchi inutili e politicamente scorretti, da un opposizione che cerca dello spazio politico attaccando anche personalmente. Siamo stanchi di questi comportamenti, ma alla speranza non c’è mai fine e infatti auspichiamo che ancora una volta che i gruppi di opposizione cambino atteggiamento e cominciamo ad attuare una politica costruttiva per il bene della nostra Comiso, collaborando con l’amministrazione e con la maggioranza tutta che, tra tante difficoltà, sta riuscendo ad a tirare fuori il Comune dal baratro in cui era finito. Ma forse è proprio quest’ultimo passaggio che li infastidisce non poco.

Gaetano Scollo

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