QUINTA TAPPA ATTRAVERSO LA VITICOLTURA LIGURE

Lasciata alle spalle la DOC Golfo del Tigullio, prima di giungere alla DOC più famosa della Liguria, Riviera Ligure di Ponente, si attraversa una delle DOC più recenti di questa regione. Si tratta di Val Polcèvera, che prende il nome dal fiume omonimo, sito a ovest di Genova.

La zona territoriale, dedita soprattutto all’industria, negli ultimi anni ha visto un crescente investimento in ambito agricolo. Nonostante ciò, questa DOC è fin troppo giovane e tutt’oggi i vini prodotti non sono riusciti ancora a dare risultati di particolare rilievo.

La DOC, come molti disciplinari recenti, permette una ampia produzione di vini, come visto per la DOC Golfo del Tigullio. Si producono, quindi, vini bianchi, rosati, rossi, frizzanti, spumanti, passiti e anche novelli.

I vini ivi prodotti, però, sono molto semplici. Il vermentino di Val Polcèvera è meno profumato, più acido e complessivamente meno interessante di altri vermentini liguri. Si coltiva e si produce molta bianchetta genovese, che dà vini di facile approccio e non proprio indimenticabili. Anche i rossi prodotti qui non sono di particolare struttura. Si caratterizzano per un corpo esile e profumi tenui.

Viste le caratteristiche di questi vini, essi non sono in grado di invecchiare. Vanno, infatti, consumati entro l’anno in cui sono stati messi in commercio, massimo entro due anni, soprattutto i vini a base di bianchetta genovese.

Molto più interessante è la DOC Riviera Ligure di Ponente. Una DOC questa abbastanza estesa. Parte da Arenzano, in provincia di Genova, attraversa tutta la provincia di Savona fino a giungere poco oltre il fiume Roja in provincia di Imperia.

Da questa DOC nascono interessantissime etichette di pigato, vermentino e rossese.

Il vitigno più coltivato è il vermentino, vitigno d’origine spagnola e giunto in Liguria dalla Corsica; qui, in questa DOC, raggiuge un buon livello alcolico, che fortunatamente viene bilanciato da una buona componente acida e sapida.

I vini veramente interessanti di questa DOC, però, sono quelli a base di pigato. Vitigno, questo, che in questa zona della Liguria dà risultati sorprendenti. Sulla sua origine è ancora aperto un dibattito e ormai risulta certo che tra pigato e vermentino vi è una stretta parentela. Nonostante la presunta parentela, i vini da pigato sono molto diversi e decisamente superiori rispetto a quelli ottenuti da vermentino.

Il pigato dà vini con intesi sentori olfattivi sia floreali, sia fruttati. Ma non solo, la vera novità in questi vini è una vena aromatica, in certi casi molto evidente, che ricorda alcune erbe aromatiche, come il basilico e la salvia. Questa aromaticità contraddistingue anche la persistenza del vino, che a volte è sorprendentemente lunga.

Molto diverso è il vermentino qui prodotto, che ha sì colore più acceso, ma i profumi sono molto meno intensi, ma soprattutto meno complessi. Manca infatti l’aromaticità, che fa sì che il vino si appoggi soprattutto sulla componente fruttata.

La DOC Riviera Ligure di Ponente prevede anche tre sottozone: Riviera dei Fiori, Finalese e Albenganese.     In quest’ultima sottozona, il pigato dà, in genere, risultati migliori, mentre le altre due sottozone sono più indicate per il vermentino.

Concludiamo l’analisi di questa DOC con il vitigno rossese. Si tratta di un vitigno a bacca rossa, famoso grazie a un’altra DOC ligure: Rossese di Dolceacqua o Dolceacqua. Il rossese prodotto nella Riviera Ligure di Ponente è molto più delicato e meno complesso di quello prodotto a Dolceacqua. Si parla, infatti, di due vitigni diversi. Il rossese di Campochiesa è un vitigno molto più semplice rispetto al rossese di Ventimiglia, vitigno da cui nascono i vini rossi più interessanti della Liguria.

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