Dopo l’inaugurazione, il 15 marzo scorso, della “panchina Lilla” nell’area di ingresso dell’Ospedale “Maggiore” di Modica, il club di Modica promuove, come peraltro annunciato, una conferenza sul tema: “Anoressia e bulimia: come, quando e perché”. L’appuntamento è per martedì 25 marzo alle ore 11.30 nell’aula magna del Liceo Classico “Galilei-Campailla” a Modica. Il programma prevede […]
Quando Scicli era meglio di Sanremo
15 Feb 2025 06:30
Nei giorni del Festival è passata sotto traccia la notizia della morte di Christian Le Bartz, avvenuta il 4 febbraio ma rivelata soltanto mercoledì scorso. Christian, chi? Testa argentata, occhi spiritati e voce modificata dal vocoder, Le Bartz era il cantante dei Rockets, un gruppo francese di rock elettronico che spopolò tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta del secolo scorso. Les Rockets raggiunsero il successo rifacendo nel 1978 “On the road again” dei Canned Heat, amplificandone la potenza del basso e aggiungendo il suono dei sintetizzatori.
Nel 1980 il successivo album “Galaxy” vendette un milione di dischi solo in Italia e Les Rockets suonarono dal vivo in 200 concerti in tutta Europa. Uno di questi, tra raggi laser, fumi e due grandi cupole bianche, si tenne in una tappa siciliana diventata, negli anni in cui la gara musicale di Sanremo sembrava al tramonto, un obbligo per i migliori artisti.
Grazie alle capacità dell’impresario Carlo Ranzani, il palco dello stadio “Ciccio Scapellato” di Scicli ospitò Antonello Venditti, Franco Battiato, Pino Daniele, Banco, Pfm, Pooh, Lucio Dalla, Angelo Branduardi, Claudio Baglioni, Loredana Bertè, Matia Bazar, compresa una sfortunata prova di Fabrizio De Andrè che, dopo un’ora di concerto, congedò tutti: “Non tengo più la voce”.
Scicli non era nuova a questo genere di eventi. A metà degli anni Settanta, al teatro Italia si esibì un giovane e polistrumentista Edoardo Bennato; sempre in quegli anni la città fu tappa di un “GiroMike”, tournée estiva presentata da Mike Bongiorno con la presenza di vari artisti.
L’intraprendenza musicale di Scicli contagiò i comuni vicini: il 22 agosto 1987 Vasco Rossi si esibì davanti a settemila persone a Modica, il 10 ottobre 1994 James Brown venne relegato in un angusto palco davanti allo stadio Selvaggio davanti a un migliaio di coraggiosi spettatori, noncuranti della pioggia battente.
E oggi? Il confronto è impari. A Scicli nessuno ha preso l’eredità dell’avvocato Ranzani, Modica preferisce la comodità del “Garibaldi”, a Ragusa, teatro a parte, si tengono un paio di concerti per lo più in estate. Meno male che c’è Vittoria con la sua puntuale rassegna jazz.
Eppure oggi è più facile raggiungere questa parte dell’Isola. Nonostante l’assenza di moderni collegamenti, la forza di Scicli era il suo baricentro tra altre due tappe dei concerti di 45 anni fa: Catania e Gela. Non c’erano autostrade né i viaggi in bus con “tutto organizzato”, il viadotto sull’Irminio fu inaugurato soltanto nel 1984. Molti degli spettatori acquistavano i biglietti al botteghino, poco prima dello spettacolo. Fantascienza.
Oggi gli artisti preferiscono, per via di costi sempre più esorbitanti, tour con poche date e tappe che garantiscono il tutto esaurito già con mesi di anticipo. Infatti i ticket costano un botto.
Da noi mancano le strutture, soprattutto gli stadi, tanto che i pochi impresari della zona spesso sono costretti a organizzare gli eventi in giro per l’Isola.
Mentre Sanremo ha reinventato il Festival, chi può tra di noi è costretto a prendere pure l’aereo pur di non perdere l’ultimo spettacolo.
© Riproduzione riservata