QUALI LE PROSPETTIVE DELL’ITALIA?

21 ottobre – Del percorso parlamentare dell’ Italicum si sono un po’ perse le tracce, ma è evidente come questo sia avvenuto perché, soprattutto dalle parti di Matteo Renzi, si sta cercando di imporre importanti modifiche. Niente più premio di maggioranza alle coalizioni (così com’era stato immaginato fino a oggi), ma un premio di maggioranza alla singola lista (che ormai Renzi immagina come una sorta di Partito della Nazione). Riassunto velocemente, il nuovo Italicum funzionerebbe così: al primo turno si presentano tutti i partiti, senza alleanze, le prime due liste accedono al secondo turno, chi vince conquista il 55% dei seggi e può governare in monocolore. Il tutto, ovviamente, spingerebbe al massimo sul pedale del bipartitismo.

Ma, oltre al Pd, a chi conviene una cosa del genere? E perché Forza Italia dovrebbe accettarla (tanto più che il secondo partito è nettamente il Movimento 5 Stelle)? Questo al momento è l’ostacolo maggiore – e la ragion per cui probabilmente il progetto non andrà in cantiere -, anche perché per i partiti minori ci sarebbe in cambio la garanzia di sopravvivenza data dall’addio alle soglie di sbarramento. Per chi volesse fare un confronto, ecco il meccanismo dell’Italicum così com’è stato votato in prima lettura in Parlamento:

Premio di maggioranza. La coalizione che conquista il 37% dei voti guadagna anche il premio di maggioranza, ottenendo il 55% dei seggi, pari a 340. Soglia che non può essere superata. Se nessuna delle coalizioni ottiene questo risultato, si va al secondo turno tra le due prime coalizioni, la vincitrice ottiene però solo 327 seggi. Da questo calcolo sono esclusi i 12 seggi della circoscrizione estera.

Soglie di sbarramento. Le soglie di sbarramento rimangono molto alte. Una coalizione deve raggiungere almeno il 12% per accedere alla ripartizione dei seggi, mentre i partiti interni a una coalizione, per entrare in Parlamento, devono arrivare al 4,5%. I partiti interni a una coalizione che non raggiungono questa soglia, “regalano” i loro voti ai partiti che hanno superato la soglia. Soglia di sbarramento altissima per i partiti che non si coalizzano: 8%.

Le liste bloccate. Saranno al massimo 120 i collegi in cui i candidati si presenteranno, che dovrebbe grosso modo corrispondere alle 109 province. Rimangono le liste bloccate, ma molto corte: un minimo di tre candidati e un massimo di sei, il che dovrebbe permettere agli elettori di conoscere i candidati che si sta andando a votare.

La parità di genere Salta la parità di genere tra uomini e donne, che era stata proposta seguendo il criterio della composizione di liste in cui i sessi siano alternati. Se ne riparlerà molto probabilmente al Senato, essendo stata la questione che più di ogni altra ha acceso gli animi in questi giorni.

Legge valida solo per la Camera La legge non è valida per il Senato, visto che la riforma elettorale è stata agganciata all’abolizione, o riforma radicale, di Palazzo Madama, che non avrà più rappresentati eletti. In caso di elezione anticipata si andrebbe a votare con la legge proporzionale pura uscita dalla Consulta.

Così leggiamo in questa informazione abbastanza oggettiva e ci chiediamo se veramente questo non sia un pericolo per la terra Italia e se verrà accettata da una Nazione, che come popolo vuole sì la governabilità,ma è troppo individualista.

Partiti, partitini, movimenti, gruppuscoli proliferano. Nascono dall’esigenza di un pensieri diversi, ma  sembra che Renzi, preoccupato essenzialmente della governabilità, non li considera neanche, e va dritto come una Freccia che collega velocemente Milano con Roma o con il Sud.

Ci si chiede se quanto affermato passi a suon di maggioranza, e le maggioranze sono sempre pericolose nella storia,ibn quanto tendono a calpestare quella minoranza del dissenso.

La democrazia è imperfetta, ma sembra che stiamo portando l’imperfezione alla quinta potenza!!!

Quanto detto è dalla parte dei cittadini, che diventano sempre più inermi rispetto al potere, e questo implica un’emergenza democrazia, anche se ci si rende conto che bisogna intervenire con riforme in tutti i campi e si richiede quel cambiamento in tutti i settori, dal culturale all’economico, dal giovanile al sociale.

 

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