“Più controlli e tutela per i braccianti agricoli”

Maggiori controlli e migliori tutele per i braccianti impegnati nell’agricoltura a pieno campo e in quella intensiva.
Il segretario generale della UST Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, e il segretario generale della FAI Cisl territoriale, Sergio Cutrale, volgono l’attenzione al settore agricolo e, soprattutto, a tutti i braccianti impegnati in questo periodo nei campi.

“Quello agricolo è uno dei comparti da controllare meglio – sottolineano i due segretari –In questo periodo, però, più che dell’ignobile sfruttamento cui vengono sottoposte molte di queste persone, dobbiamo pensare alla loro tutela. Anche questi uomini, come ognuno di noi, possono essere portatori inconsapevoli del virus o, loro stessi, essere contagiati da chiunque altro. Chi li sfrutta, indubbiamente, non pensa di far rispettare le indicazioni dei vari decreti in termini di sicurezza nei luoghi di lavoro. L’agricoltura a pieno campo, – aggiungono Carasi e Cutrale – è, sì, meno rischiosa delle colture intensive, ma non sicuramente esente dai pericoli dovuti alla promiscuità e alla mancanza di protezioni.

All’interno delle serre, dei vivai, dei magazzini, dove si lavorano i prodotti ortofrutticoli, delle industrie alimentari, si opera al chiuso e lo si fa per diverse ore. Per questo chiediamo che tutti i lavoratori vengano messi nelle condizioni di operare in piena sicurezza. Così come avviene negli enti pubblici e anche in qualche virtuosa azienda privata, bisogna garantire la salute di queste persone.”
Vera Carasi e Sergio Cutrale sottolineano, anche, gli aspetti economici di un settore che, inevitabilmente, sta vivendo l’impatto del momento.

“Molte aziende – aggiungono i segretari – hanno ridotto la produzione, privati della possibilità di esportare prodotti e hanno già ridotto il personale, altre sono pronte anche a riconvertire la stessa produzione. Il settore della floricoltura, che in questo territorio rappresenta un fiore all’occhiello è in ginocchio, con migliaia di lavoratori bracciantili e non solo, già sospesi, una vera tragedia sociale, una di queste aziende, la Mediterranea fiori.”
Durante la crisi finanziaria del 2008, il settore agroalimentare è risultato il volano che ha garantito al Governo italiano di non andare in recessione. Oggi, a causa degli effetti del Coronavirus, ribadisce la Cisl, siamo all’inizio di una possibile crisi economica/finanziaria senza precedenti e, ancora una volta, serve attenzionare particolarmente le tante aziende agroalimentari e tutto il personale che ci lavora, per salvaguardare il fabbisogno alimentare del mercato interno.

“Per effetto della legge domanda/offerta – aggiungono i due segretari – sta emergendo che, con la chiusura delle frontiere, la nostra produzione ortofrutticola, l’agroalimentare, di altissima qualità, risulta indispensabile ma comunque insufficiente per soddisfare il mercato interno e, pertanto i costi stanno lievitando al rialzo. Bisogna investire nel prossimo futuro in questo settore strategico, l’agroalimentare, così come la sanità e la ricerca. Bisogna favorire almeno la sicurezza alimentare al mercato interno.”

Se il 90% della popolazione è costretta a stare a casa, nel 10% che lavora ci sono questi lavoratori.
“Insomma, – concludono Vera Carasi e Sergio Cutrale – i braccianti agricoli rientrano tra
quella categoria di italiani che garantiscono un servizio essenziale per tutte le famiglie: la catena
alimentare. Vanno bene in questa prima istanza i provvedimenti adottati dal Governo, tra cui, l’una tantum mensile di 600 euro e la proroga della presentazione delle domande di disoccupazione agricola al 1 giungo, inseriti nel decreto Cura Italia, ma chiediamo altresì il rispetto di tutti i protocolli di sicurezza. Le aziende si attivino nella fornitura di dispositivi di sicurezza individuale. Questi lavoratori, quel 10 per cento rimasto all’opera, va ringraziato perché continua a garantire rifornimenti certi a tutti i cittadini.”

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