PIENA SOLIDARIETA’ AL DIRETTORE DE “IL GIORNALE” CHE POTEVA EVITARE LA CONDANNA SE FARINA…

Il deputato Pdl Farina, giornalista, dice che non sapeva che per l’articolo firmato Dreyfus e scritto da lui con il quale si diffamava un magistrato e per il quale Sallusti come direttore responsabile di “Libero” è stato condannato.

Noi che siamo maligni non crediamo che non sapesse, ma poichè non abbiamo prove contrarie dobbiamo credergli sulla parola e congratularci con Sallusti che coraggiosamente non solo ha sempre taciuto il nome del vero autore di quell’articolo ma dice di voler rinunciare alle pene alternative al carcere come ad esempio l’affidamento per la rieducazione perché dice con legittimo orgoglio che l’educazione  impartitagli da suo padre e sua madre già gli basta ed avanza.

Chiuso il capitolo di elogio sincero al “collega” Sallusti anche per le sue affermazioni legittime e davvero profonde sulla vicenda carcere per i giornalisti con analisi azzeccate e oltremodo convincenti sulla legge penale nel nostro Paese e sull’appolicazione di essa, una sola domanda gli vogliamo fare. Come mai egli assieme ad un nutrito gruppo di giornalisti e di politici di una certa appartenenza sulla cosiddetta “legge bavaglio”  che impedisce ai giornalisti di pubblicare notizie, resoconti, contenuti di intercettazioni telefoniche, ambientali etc etc  prima dell’udienza preliminare (cioè mai nella fase delle indagini anche dei P.M.) si sono battuti, accaniti, lanciati per l’inasprimento delle pene non solo pecuniarie ma del carcere vero e non alternativo contro giornalisti e, guarda guarda, anche editori?

Non si è preoccupato Sallusti che l’introduzione di tali norme così come proposte al legislatore fa arretrare il nostro Paese a livello giuridico medievale?

Sappiamo che Sallusti non si è pronunciato  o per lo meno non  conosciamo le sue ide sul reato della pubblicazione di intercettazioni specie se riguardano alcuni personaggi politici, ma ci piacerebbe conoscere il suo pensiero sulle pene dei rei fino al punto di prevedere il carcere e la sospensione ( e  nei casi più gravi l’espulsione) dall’ordine dei giornalisti per i colleghi che si macchiano di tali infamie e per gli editori che tale brutto reato “consentono”.

Auguri Sallusti e… fai in modo da non andare in galera!

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