PIANO REGOLATORE GENERALE: “FUOCO AMICO SULLE INCOMPATIBILITÀ”

Avverto la necessità di evidenziare la mia dissociazione dall’ultimo comunicato del gruppo consiliare PID, fatto anche in mio nome, senza che io ne fossi preventivamente a conoscenza. Avrei potuto non formalizzare tale presa di distanza se non avessi riscontrato un giudizio ingeneroso, da veri giustizialisti, nei confronti di consiglieri comunali “rei” di avere dichiarato “all’ultimo momento” la loro incompatibilità sulla variante al Piano Regolatore Generale.

Ebbene si, io sono tra questi consiglieri, ecco perché faccio rilevare quanto vale “a mia discolpa” (visto che siamo sotto accusa) e mi permetto anche di farlo per gli altri colleghi consiglieri che si trovassero in condizioni uguali alla mia (incompatibilità intervenuta dopo le elezioni comunali del 2008). Non tutti siamo giuristi raffinati, non tutti siamo in grado di cogliere i dettagli delle norme di legge vigenti in materia, non tutti siamo in grado di cogliere rapidamente i profili della incompatibilità, tant’è che al capogruppo del PID non è venuto in mente di esplorare in casa propria.

Se avesse riflettuto si sarebbe ben guardato dal rivolgere in maniera indistinta la invettiva sommaria contro gli incompatibili. I gol mancati fanno male, ma gli autogol molto di più! Per quanto mi riguarda ribadisco che è sopravvenuta di recente una condizione che ho ritenuto di approfondire con esperti in materia, che, in base al vigente dettato normativo, si è rivelata non compatibile con la mia partecipazione alla trattazione ed alla adozione della variante al PRG.

Appena accertata tale condizione di incompatibilità, ho compiuto il mio dovere cioè quello di darne comunicazione agli organi istituzionali interessati (Presidente del Consiglio e Sindaco) ed al Segretario Generale del Comune. Ho, abbiamo impedito solo noi il dibattito sul PRG in Città ed in Consiglio Comunale?

Non credo proprio! Certo sarebbe stato meglio, molto meglio oggi, come ieri, come l’altro ieri, come vent’anni fa’ e forse più, che gli eletti si occupassero dello strumento di pianificazione urbanistica del nostro territorio, che i partiti, tutti i partiti, non candidassero gli incompatibili e che una norma prevedesse la “relativa dichiarazione di responsabilità preventiva” di ciascuno dei candidati.

A me sembra una polemica sterile quella innescata, atteso che la condizione oggettiva di incompatibilità ha reso inevitabile la nomina del commissario ad acta e che le responsabilità, qualora si tratti di responsabilità, sono di tutti, compresi i predicatori in casa altrui!

 

 

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