PIANO PAESAGGISTICO DURE ACCUSE DI COSENTINI

“C’è pochissimo altro da aggiungere. E’ un piano paesaggistico che risponde a precise logiche. E non certo quelle dello sviluppo del nostro territorio. Non lo diciamo noi. Parlano i fatti”. Giovanni Cosentini, vicesindaco di Ragusa, boccia categoricamente, anche dopo quanto emerso nella seduta aperta del Consiglio comunale di giovedì pomeriggio alla Camera di Commercio, fortemente voluta dal sindaco, Nello Dipasquale, le previsioni dello strumento di programmazione.

Cosentini chiarisce le ragioni. “Già nel livello 3, la zona rossa – sostiene – sono ben sessantasette le aziende agricole, solo sul territorio comunale di Ragusa, che non potranno effettuare alcun tipo di intervento strutturale per migliorare il proprio rendimento operativo. Non va certo meglio per il livello 2, la zona verde, nonostante gli annunci riguardanti la possibilità di edificare. Dai nostri calcoli risultano 597 le aziende che non potranno effettuare alcun tipo di intervento sulle proprie strutture, sebbene ricadenti nella suddetta fascia.

Risulta bloccata anche ogni ipotesi di recupero dell’area serricola nonostante il ruolo anti-cementificazione che, in questi decenni, la fascia trasformata della nostra area ha avuto lungo la costa. Viene detto che si vuole salvaguardare questo territorio, esaltandone le virtù paesaggistiche, mettendo in rilievo, tra queste, la bellezza dei tratti punteggiati dai muretti a secco”.

E proprio sui muretti a secco, il vicesindaco spiega: “Qualcuno ha dimenticato, però, che questo territorio è diventato così in forza dell’antropizzazione. La presenza dell’uomo, che si è occupato di liberare la terra dalle pietre, ha creato quegli elementi oggi da tutti notevolmente apprezzati e che rispondono a svariate funzioni: il drenaggio dell’acqua, la delimitazione delle proprietà, l’avvicendamento dei pascoli. Tutto ciò è stato dimenticato”. Il vicesindaco, poi, si pone un pesante interrogativo. “Ma chi ha interesse – si chiede unendosi alle perplessità già espresse dal sindaco Dipasquale – a che accada tutto questo? Chi ha interesse a trasformare una corsa libera in una corsa ad ostacoli in un momento in cui l’area iblea avrebbe potuto fungere da calamita per tutta una serie di dinamiche di sviluppo e di crescita?

Queste imposizioni, questo rigore scientifico, stranamente, non sono stati utilizzati per altri territori vicini, della nostra stessa provincia e di fuori provincia. Sul nostro territorio comunale, per dirne una, vigente l’attuale piano paesaggistico, non potrà essere installato alcun impianto fotovoltaico od eolico. In altre zone, aree libere dell’ambito provinciale, tale business potrà essere effettuato.

A Ragusa no. Ma, allora, c’è un vero e proprio piano che tende ad escludere il nostro territorio da determinati processi. Non vogliamo correre troppo con la fantasia. Ma stavolta sono i fatti a farci svegliare in una dura e compromettente, per chi l’ha creata, realtà”. (m.a.)

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