Piani di Recupero Urbanistico Ragusa, tutto fermo

“Dopo oltre quattro anni dall’approvazione regionale dei Piani di Recupero Urbanistico degli agglomerati che, parecchio tempo addietro, sono sorti abusivamente in varie parti del territorio di Ragusa e ormai sanati, si pone in termini sempre più pressanti il problema del loro recupero urbanistico e infrastrutturale”. Lo dichiara il portavoce del Laboratorio politico 2.0, Sonia Migliore.
“Si tratta – spiega Migliore – di quartieri a carattere sempre più residenziale che, però, ancora sono privi di reti fognarie e, in gran parte, anche di adeguata viabilità, pubblica illuminazione e servizi di aggregazione sociale. In questa direzione l’Amministrazione comunale non ha assunto iniziative né le ha sapute programmare capaci di disegnare un percorso credibile per dare dignità a tali aree che, invece, se opportunamente migliorate avrebbero delle potenzialità enormi in ambito di residenzialità turistica. Si è preferito eseguire spezzoni di opere, sempre parziali e strutturalmente inadeguate, realizzate per ragioni di clientelismo politico da parte di singoli amministratori o politici locali. Tale metodo non serve alla città e neppure ai quartieri da recuperare perché non impegna risorse sufficienti e determina una odiosa guerra tra poveri”.
“Il Lab 2.0 – continua Migliore – ritiene che questo sia un argomento urgente e che possa essere più trascurato: l’Amministrazione deve impegnarsi per la redazione di un piano complessivo di risanamento degli agglomerati non più abusivi, prevedendo tutte le opere infrastrutturali indispensabili al vivere civile, da finanziare con stralci annuali che interessino ogni ambito: pavimentazioni stradali, illuminazione, rete fognaria ecc.. Opere che andrebbero finanziate con i fondi provenienti dalle royalty petrolifere, destinate per legge anche al recupero urbano, o con altre fonti di finanziamento”.
“I cittadini ragusani sono stanchi di vedere favoritismi nei confronti di amici e parenti, o operazioni che puntano a un tornaconto elettorale – conclude – perché chi risiede in quelle zone deve avere pari dignità e diritti di chiunque altro in città, indipendentemente dal quartiere in cui si vive o da quale sia il proprio orientamento politico. Quindi non più risorse spese in modo frammentario per interventi parziali, ma finanziamenti concentrati secondo impegni programmati e decisi dal Consiglio comunale a vantaggio di un autentico recupero abitativo di queste zone della città”.
Il gruppo consiliare del Lab 2.0, sulla questione, ha presentato un apposito ordine del giorno.

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