PERSONAGGI IN COSTUME D’EPOCA FANNO RIVIVERE LA STORIA DEL VECCHIO MANIERO

“Quattro passi nella storia” Natale al castello di Donnafugata, con l’associazione culturale “Sorrisi e Canzoni”. Il regista Angelo Cilio, insieme a settanta figuranti, fanno rivivere la storia e i personaggi, che hanno vissuto nel castello, anche attraverso le scene di vita quotidiana e dei dialoghi che potevano tenersi nelle varie stanze, tra gli ospiti del barone. Saliamo le scale e la storia e i personaggi dell’epoca, ci vengono incontro attraverso la voce narrante di Enza Buondì che interpreta il ruolo della governante. Grazie a questi attori, ogni stanza del castello diventa un piccolo palcoscenico. Il salotto delle donne. Il posto dove le dame leggevano e si scambiavano pettegolezzi. La sala della musica e poi il salotto della principessa Bianca di Navarra.

Ed è proprio nei quadri appesi nel salotto di Bianca che la governate, guida l’attenzione del gruppo; fa notare, come due di questi, nascondono due orologi da parete che scandivano le ore dei regali ospiti. Passando per la foresteria, notiamo come le camere, una di seguito all’altra di fatto avevano ognuna una porticina dove gli ospiti e la servitù potevano accedere nelle parti della casa. Il particolare che la governante fa notare al gruppo, sono due ampolle che al loro interno bruciavano la “pietra celeste” come deterrente per gli insetti e le zanzare.

La visita prosegue attraverso la “pinacoteca” dove c’è la collezione privata del barone. Sacro e profano nei quadri. Da notare il quadro che rappresenta il martirio di San Lorenzo datato il 10 agosto. La leggenda racconta che le stelle che cadono in quella notte sono i carboni c on cui è stato martoriato il Santo.  Entriamo nella sala del biliardo, dove gli ospiti illustri, passavano il tempo. Il dialogo surreale tra il conte Avola e il barone D’Avola sugli stemmi di famiglia, ha strappato più di un sorriso al gruppo. Una nota a parte merita la visita alla stanza del vescovo. Siamo “scampati” alla sua “benedizione” perché impegnato con una dama che molto volentieri si spogliava dei suoi vestiti, molto meno dei beni terreni in favore di un’entrata nel regno dei cieli.

Un valletto apre la porta che ci fa entrare nella sala degli specchi, dove ad accoglierci troviamo il barone in persona. Uno scorcio dei divertimenti dei nobili dell’epoca, lo ha dato il valzer che il barone e i suoi ospiti, hanno danzato per noi. Scendiamo le scale e incontriamo un gruppo di gitani portati da don Diego, l’amico del barone, per allietare con le loro musiche e i loro balli i nobili del castello. Hanno allietato pure il gruppo a cui hanno offerto uno scorcio dello spettacolo preparato per gli ospiti. Appena le luci si sono spente, siamo stati proiettati in una taverna spagnola. Musica gitana e flamenco, mixata con musica classica e ballata da ballerini che per la prima volta si esibivano in pubblico.

Quattro passi nella storia locale ben riusciti, dove grazie alla bravura dei figuranti anche chi aveva già visitato il castello, ha scoperto piccole perle di conoscenza.

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