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Perracchio e il desiderio inascoltato: “Un vero teatro prima che io muoia”. Ma non è andata così! VIDEO
31 Lug 2017 15:46
“Ho provato delusione dentro di me pensando che a Ragusa, nonostante mi batta da tanti anni per uno spazio teatrale, non è stato ancora possibile ottenere uno spazio sconsacrato per il teatro”. L’eredità immateriale che ci lascia Marcello Perracchio, non è solo quella della sua arte recitativa ma anche quella lettera che nel settembre del 2012 inviò provocatoriamente al vescovo di Ragusa, allora mons. Paolo Urso, chiedendo che almeno la chiesa, visto che altre istituzioni come il Comune non l’avevano ancora fatto, si facesse carico di dare alla città di Ragusa un teatro. Sono passati cinque anni, Marcello è adesso scomparso ma quel suo desiderio, cioè un teatro per Ragusa, è rimasto purtroppo tale. Ragusa non ha un teatro pubblico degno di tale nome. Quella lettera partì da Perracchio dopo aver recitato a Modica, dove l’avevano invitato, all’interno di una chiesa. E allora disse di aver provato invidia ma al tempo stesso delusione e frustrazione per l’impossibilità di recitare in un luogo simile anche a Ragusa. Perracchio chiedeva in quella lettera delle chiese sconsacrate dove poter fare teatro. Spazi in cui recitare, non importa se grandi o piccoli. “Lascio immaginare l´invidia di noi attori ragusani che da trent´anni chiediamo, invano, uno spazio teatrale”, scriveva ancora in quella lettera provocatoria. Ed ancora aggiungeva: “Le mie richieste si sono scontrate con la poca sensibilità e le mancate risposte delle autorità politiche locali. Convinto ormai che solo un miracolo – possa esaudire il mio sogno e desiderio, mi rivolgo a vostra eccellenza che per miracoli dovrebbe essere il più attrezzato. Mi sento di parlare a nome di tutti gli attori di questa città, senza teatro, inteso come luogo ma davvero penso, dopo trent´anni di attesa e prese in giro, che io sarò già morto, il giorno in cui sarà fatta l´inaugurazione del teatro Marino”. Purtroppo aveva ragione. Lui è morto e Ragusa non ha ancora un teatro degno di tale nome. L’anno dopo, nel 2013, Perracchio fu premiato, insieme al cast di Montalbano, al premio “Ragusani nel mondo” dove arrivò puntuale perché non voleva perdere l’opportunità di ribadire il concetto. E così non appena ebbe il microfono in mano ribadì la questione, sollecitato dalle domande del giornalista Salvo Falcone. “Prima di morire vorrei vedere Ragusa dotata di un teatro”. Purtroppo quel desiderio non si è avverato. E probabilmente il compito delle istituzioni e dell’intera collettività, lasciando da parte le diatribe e le accuse politiche, è adesso quello di raggiungere questo obiettivo. Un teatro dove si possa fare teatro, dove ci si possa formare, dove si possano ospitare grandi spettacoli, dove si possa fare cultura. Tutti quanti noi lo dobbiamo a Marcello che ce l’ha ricordato per anni e anni ma non l’abbiamo mai ascoltato.
fonte Michele Barbagallo – La Sicilia
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