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Papà in campo, figli in festa: a Ragusa la partita che abbatte le sbarre. FOTO
19 Giu 2025 11:28
C’è un campo che non ha tribune né cronometri, dove la vittoria non si misura a goal ma in abbracci. È il cortile della Casa Circondariale di Ragusa, che per il quarto anno consecutivo si è trasformato in un’arena di emozioni, libertà e tenerezza. Martedì 18 giugno si è giocata la “Partita con mamma e papà”, l’iniziativa nazionale promossa da “Bambini senza sbarre ETS”, che restituisce centralità al legame tra figli e genitori detenuti, all’interno della campagna europea “Non un mio crimine, ma una mia condanna”.
Un gesto semplice – rincorrere un pallone, ridere insieme, stringersi la mano – che nel contesto carcerario assume un valore potentissimo: è il riscatto affettivo, è il diritto alla relazione, è la normalità riconquistata, anche solo per qualche ora.
Oltre i muri, mani intrecciate
Il cuore pulsante dell’evento è tutto in quel tunnel di mani colorate creato dai bambini: papà e mamme passano sotto, accolti da sorrisi, giochi, occhi lucidi. I piccoli lanciano aerei di carta con sopra scritti desideri e promesse. È un rituale delicato e potente, che rovescia le gerarchie del dolore e mette al centro l’infanzia, i suoi bisogni, la sua luce.
A partecipare, 31 adulti e 30 bambini, insieme a volontari, operatori penitenziari e una rete vivissima di associazioni del territorio, come i Clown Dottori di “Ci Ridiamo Su”, Crisci Ranni, Facciamo Scuola ASD, Officina Social Meccanica, MEDU – Medici per i Diritti Umani e tanti altri. In campo anche i servizi sociali del Comune di Ragusa, rappresentati dagli assessori Elvira Adamo, Catia Pasta e dalla garante per l’infanzia Claudia Parrino.
Umanità e sicurezza: si può
La manifestazione è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione della Polizia Penitenziaria, con il nuovo comandante Claudio Iacobelli: «Questa è la prova che umanità e sicurezza possono coesistere, e che il carcere può tornare a svolgere la sua funzione educativa e sociale».
Una visione condivisa dalla capo area trattamentale Rosetta Noto, che guida con passione e competenza il percorso educativo interno: «Ogni anno questa partita rompe lo schema consueto del carcere, offrendo un’occasione per superare lo stigma che grava sui figli delle persone detenute. È un momento di verità, che emoziona e arricchisce tutti».
Il diritto di essere figli, sempre
In Italia sono oltre 100.000 i bambini con un genitore detenuto. Troppo spesso invisibili, troppo spesso dimenticati. La partita con mamma e papà nasce per loro. Per restituire un tempo, uno spazio e un affetto che nessuna sentenza può cancellare. «In questa giornata – racconta Fabio Ferrito, clown dottore e presidente di Ci Ridiamo Su – l’amore prende la forma di un passaggio, una corsa, una fotografia. È un’iniezione di umanità per tutti, dentro e fuori quelle mura». E mentre il sole batte forte sul cemento del cortile, una bambina viene sollevata in aria da suo padre. Sorride. Forse, per la prima volta da mesi. Ed è proprio lì, in quell’istante sospeso, che la giustizia si colora di speranza. La “Partita con mamma e papà” è realizzata in collaborazione con il Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e con il sostegno del Dipartimento per le Politiche della Famiglia.













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