Palermo: la mafia si sostituisce allo Stato. Boss davano spesa ai poveri durante il lockdown

Il capomafia palermitano Giuseppe Cusimano sarebbe stato il punto di riferimento per le famiglie indigenti del quartiere Zen e avrebbe tentato di organizzare una distribuzione alimentare per i poveri durante il primo lockdown del 2020. Emerge dall’indagine della Dda di Palermo che oggi ha portato al fermo di 16 tra boss ed estortori del mandamento di Tommaso Natale.Caporrimo, dopo essere stato scarcerato, si e’ ritrovato a dover sottostare a Palumeri del quale, pero’, secondo gli inquirenti, non avrebbe mai riconosciuto la leadership e che non avrebbe ritenuto all’altezza dell’ incarico.

Il boss, emerge sempre dall’inchiesta, contestava anche le decisioni assunte dai nuovi vertici del clan perche’ contrarie all'”ortodossia” mafiosa e a una delle regole principali dell’organizzazione: quella secondo la quale si e’ mafiosi fino alla morte e si mantiene il proprio incarico di vertice anche durante la detenzione. Non considerando Palumeri un reggente, riottenuta la liberta’, Caporrimo ha deciso di stabilirsi a Firenze per prendere le distanze dall’organizzazione che, nelle intercettazioni, arrrivava a definire non “cosa nostra” ma “cosa come vi viene”. L’allontanamento da Palermo del capomafia ha confermato la piena operativita’ delle decisioni prese dalla nuova commissione provinciale.

E Palumeri, in quanto portavoce e vice del boss Calogero Lo Piccolo, figlio dello storico padrino Salvatore Lo Piccolo, ha acqusito il titolo per imporsi sul suo rivale. Cosa nostra, organizzazione verticistica disciplinata da “regole” precise, si e’ trovata davanti a un bivio (Bivio e’ anche il nome dell’indagine): accettare l’ organismo provinciale della commissione, oppure, rimettere in discussione tutto attraverso le persone piu’ carismatiche nel tempo rimesse in liberta’, come Caporrimo.

Dopo aver trascorso un periodo di isolamento a Firenze, Caporrimo l’11 aprile del 2020 e’ tornato a Palermo riuscendo in poco tempo ad accentrare nuovamente su di se’ i poteri dell’intero “mandamento” ed evitando gli spargimenti di sangue che pure era disposto ad affrontare. Appoggiato dalla sua base mafiosa sul territorio (si sono rivelati suoi fedeli alleati Antonino Vitamia – capo della famiglia di Tommaso Natale, Franco Adelfio – uomo d’onore di Partanna Mondello, e Giuseppe Cusimano – ai vertici della famiglia ZEN/Pallavicino) tornato a Palermo, ha dunque ripreso in mano le redini del mandamento.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it