“OPERAPRIMA” PROSEGUE FINO AL 28 NOVEMBRE

Sarà prorogata sino a mercoledì 28 novembre la mostra “Operaprima”, ospitata nello spazio espositivo “Il Chiodo” di Ragusa. La curiosità dei visitatori, che hanno voluto ammirare con una certa attenzione le opere di tre esordienti, e la necessità di dare ulteriore lustro ad una esposizione artistica che sta riscuotendo un discreto successo, ha spinto Elisa Cilia, Pina Gurrieri e Alessandra Spadaro a proseguire ulteriormente in questa loro scommessa che si può considerare già vinta. Per chi si immerge in questa nuova dimensione artistica, ci sarà l’opportunità di fare la conoscenza di tre nuove realtà del mondo culturale della città di Ragusa che hanno voluto cimentarsi con una mostra destinata a fare parlare ancora di sé per il disincanto con cui ciascuna delle tre ha voluto presentarsi al grande pubblico. “E’ stata ed è tuttora – dicono all’unisono – una realtà completamente nuova per noi. Il contatto con il visitatore mette a nudo le nostre sensazioni, le nostre emozioni che, trasferite su tela, prima rimanevano nel chiuso di una stanza. Adesso, invece, è come se fossimo inermi. Ma in fondo è questo il segnale che vogliamo lanciare. Quello di un trio di artisti che cerca, in tutti i modi, di uscire dall’ombra e vuole farlo non per sensazionalismo bensì per comprendere quale l’impatto che la propria produzione può avere con i visitatori”. I riscontri, come conferma Amedeo Fusco, che è stato sollecitato da Anna Bufardeci del laboratorio “Kaos” a ospitare nel proprio spazio espositivo le opere in questione, sono stati assolutamente interessanti, considerato che si trattava della prima volta. “Grande curiosità – chiarisce Fusco – soprattutto da parte dei visitatori che, magari, avevano sentito parlare di queste artiste e volevano avere l’opportunità di visionarne alcuni pezzi. Devo dire che molti sono rimasti colpiti dall’impatto che le stesse hanno con la pittura, una determinazione che è difficile, di solito, riscontrare in chi non ha molta esperienza alle spalle. Evidentemente si tratta di artiste che avevano parecchio da dire e sono riuscite a catalizzare il tutto in un contenitore unico. Le loro emozioni sono evidenti. Ed è ovvio che questa sensazione emerga in maniera chiara dai quadri tuttora in esposizione”.

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