Open Arms: “Non luogo a procedere” per la Procura di Ragusa

“Non luogo a procedere” per Ana Isabel Montes Mier e Marc Reig Creus, rispettivamente capo missione e comandante della nave di Open Arms, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violenza privata. Lo ha deciso il Tribunale di Ragusa nell’udienza preliminare che si e’ tenuta oggi. Ne da’ notizia la ong.
I fatti risalgono al 15 marzo del 2018, quando Open Arms – spiega una nota della ong – su esplicita richiesta delle autorita’ italiane intervenne in soccorso di 218 persone che, dopo l’evacuazione urgente di una donna e di un neonato, vennero fatte sbarcare in seguito nel porto di Pozzallo.

Da quel momento – sostiene la ong – tutte le fasi del soccorso vengono gestite dalla Open Arms “dietro costante interlocuzione con le autorita’ italiane” (come afferma il Tribunale Ragusa nell’ordinanza in data 11 maggio 2018 n 38/2018). Dopo aver dunque tratto in salvo le 218 persone in difficolta’ in acque internazionali, la Open Arms rimane in attesa di istruzioni da parte del centro di coordinamento italiano. Nel frattempo viene richiesta e ottenuta dalle autorita’ maltesi l’evacuazione medica di una donna e della figlia neonata, mentre “rimaniamo sempre in attesa dell’indicazione di un POS”.

A un certo punto le autorita’ italiane invitano a Open Arms a cedere le redini operazioni di soccorso alla “sedicente” guardia costiera libica “( per la prima volta referente formale di un soccorso). Open Arms rifiuta di farlo, consapevole che nessun porto libico puo’ essere considerato sicuro. Al comandante e alla capo missione verra’, in seguito, contestato, l’aver disatteso “le indicazioni delle autorita’ italiane” e il non aver richiesto indicazione di un Pos a Malta proseguendo la navigazione verso Pozzallo.

Il tribunale di Ragusa, sentite le parti – sottolinea oggi Open Arms – ha ritenuto che “il fatto non sussiste per il reato di violenza privata e perche’ non punibile per stato di necessita’ per il reato di favoreggiamento”. La ong si e’ detta “molto soddisfatta” della sentenza. Essa conferma, sottolinea Open Arms, che “il nostro agire e’ sempre stato dettato dal rispetto delle Convenzioni internazionali e dal Diritto del Mare”.

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