OCCUPAZIONE E DIGNITA’ DELLA PERSONA

L’occupazione, in Italia ma anche in Sicilia è un optional, se pensiamo su che cosa è successo a Palermo in un’azienda di depuratori, anzi in un call center: giovani e meno, tra i 19 e i 50 anni pagati dai due ai tre euro in nero, attraverso post pay.

 Il lavoro era da schiavi, una ventina minuti di pausa durante la giornata.
“E’ stata la Guardia di Finanza di Palermo, insieme al personale dell’ispettorato provinciale del lavoro, dell’Inps e dell’Inail, a smascherare il socio di maggioranza di una società che gestiva un call center in via Resuttana, nella zona di San Lorenzo.

Il centro, denominato “Mondo Acqua”, operava nel settore delle vendite di depuratori, in cui venivano impiegati trentasette lavoratori, tra 19 e 50 anni, ”in nero”, il cui lavoro subordinato era stato camuffato da un fittizio contratto a progetto, basato sulla vendita di un quantitativo minimo di prodotti che ciascun operatore telefonico avrebbe dovuto garantire all’azienda ogni bimestre. Ogni lavoratore percepiva una retribuzione tra i 2 e i 3 euro per ogni ora trascorsa davanti ad un computer, con cuffie collegate ad una postazione telefonica” .

Fare considerazioni ci sembra superfluo, in quanto simili trattamenti e simili paghe ci rimandano a condizioni di lavoro e di sfruttamento prima della Rivoluzione Industriale, e ci fanno capire anche che, se questi sono gli effetti della crisi occupazionale, siamo proprio messi male nei confronti del mondo giovanile e non solo.

Quel che ci colpisce,inoltre, è che c’è chi sfrutta questa situazione e ne ricava un suo profitto personale.

La gravità della notizia ci induce ad una triste considerazione sul fatto che la precarietà porta ad accettare condizioni al limite della sopravvivenza e che l’occupazione è uno dei temi centrali del governo regionale e nazionale.

 Inoltre, ci si chiede dove sono finite le lotte sindacali e la coscienza dei lavoratori, che accettando simili condizioni di lavoro calpestano ogni diritto e la dignità dell’uomo.

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