La nuova normativa prevede che gli autovelox possano essere installati solo in tratti di strada a rischio, certificati dal prefetto. Stop, dunque, ai dispositivi sistemati strategicamente per “fare cassa”. Non solo: cambia la distanza minima tra un autovelox e l’altro, tra il cartello del limite e il rilevatore, e vengono fissati nuovi criteri sulla velocità minima consentita per poter collocare i dispositivi. Chi non si è adeguato entro la data di domani rischia ricorsi a valanga: multe annullabili, contenziosi e una nuova sfida legale per i cittadini.

Sicilia sotto osservazione

In Sicilia, dove centinaia di Comuni utilizzano dispositivi mobili e fissi, l’impatto sarà enorme. La provincia di Ragusa, in particolare, è tra quelle più colpite. «Ora sarà impossibile piazzare un autovelox ovunque senza giustificazione. È finita l’epoca del far west sulle strade» – afferma il Codacons Sicilia, che vigilerà sull’applicazione del decreto. Secondo l’associazione, l’obiettivo è chiaro: tutelare la sicurezza stradale e non alimentare le casse pubbliche con multe “a tradimento”. Ma per tanti sindaci siciliani si profila un problema concreto: come far quadrare i conti senza il contributo – spesso milionario – delle sanzioni?

Multe a rischio cancellazione

Chi riceverà una multa dopo il 12 giugno potrà contestarla se il dispositivo non rispetta i nuovi parametri. I cittadini sono invitati a controllare con attenzione: segnaletica, distanza dal cartello, limiti di velocità e autorizzazioni prefettizie. Senza questi requisiti, la sanzione può essere annullata.

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