MUSICA E COLORE: IL CONNUBIO DEL CANTO PUCCINIANO E DELLE TELE DI AUSILIA MICELI SUL PALCO DEL DONNAFUGATA

  Sarà la voce del soprano Francesca Scaini ad incontrare sul palco di Ibla Classica International  l’arte della pittrice  Ausilia Miceli in un connubio di volti e nomi della musica pucciniana e di “volti”  sulle tela. L’inaugurazione della mostra “Respiro d’Arte”  avverrà domenica 7 dicembre alle ore 17 al Teatro Donnafugata a Ibla, nella kermesse diretta dal maestro Giovanni Cultrera e dall’AGIMUS. Una personale che partendo dal  foyer del teatro fluirà sul  palcoscenico dove verranno esposte alcune tele. Saranno sei  opere ad interagire con lo spettacolo della stagione concertistica dell’A.Gi.Mus, divenendone parte integrante. In concerto il soprano Francesca Scaini, madrina della mostra, sarà  accompagnata al pianoforte da Ruben Micieli,  in “Puccini e le sue donne: tragedia e sentimento”.

  Ma chi sono le donne di Ausilia Miceli che hanno suscitato tale interesse per il canto  lirico in cui si manifesta l’ universalità dell “eterno femminino”?

Sono sei donne che cercano la verità attraverso le donne cantate da Puccini. Un incontro fatto di  sentimenti, di tormenti, di dissidi interiori, di femminilità. Un eterno femminino che vince spazio e tempo, che si ripropone in luoghi ed epoche diverse. Sono Madama Butterfly, Boheme, Suor Angelica, Tosca, Liù e Turandot (questi due personaggi distinti ma della stessa opera) avranno l’immagine di “Ignominia”, ” Estasi”, “Madonna”, “Recondita armonia”, “L’Amante”, “Buio scarlatto”, donne che per la loro natura ed i loro tormenti riflettono la natura ed il tormento di infinite donne. Nel Foyer, invece, ci sarà l’esposizione di opere inedite

Nel Foyer anche altre opere, di cui ho avuto modo di visionare personalmente e che delineano il percorso artistico della pittrice la cui formazione parte dalla scenografia. Ma quanto la scenografia, che l’ha vista altre volte protagonista anche in film girati in provincia come “una estate felice di Beppe Cino, per esempio, ha influenzato la sua arte?

 

L’essere scenografa mi ha portato ad avere un amore smisurato per il teatro come contenitore universale dell’arte, sia essa musicale, teatrale o altro. Discipline come la musica il canto, la recitazione ma anche fondamenti di architettura e di storia dello spettacolo, hanno ispirato la mia pittura ed indirizzato il mio gusto estetico. Il teatro sprigiona una magia tale che alternandola con la realtà può solo generare ricchezza.

 

Non sempre le tue donne hanno un volto sulla tela, anzi per la maggior parte di loro la maschera tipica della Commedia dell’arte ne sostituisce i contorni. Si ha l’impressione di qualcosa volutamente nascosto perché?

Trovo artisticamente appagante rappresentare il “mio sentire” attraverso il corpo della donna. Mi piace osservarlo, studiarlo per coglierne le infinite diversità e l assoluta universalità. Il corpo comunica, emoziona, sorprende, esalta, racconta e preferisco la completezza, la tensione, la grazia di un corpo alla individualità di un volto.

 La tela è uno specchio e allo stesso tempo un foglio bianco su cui scrivere. Al mio pubblico il piacere di leggere o di interpretare ciò che ho scritto o magari di trasmettere la mia stessa emozione. La stessa emozione si può trarre ascoltando la musica.  Kandisky ha detto: “ Per noi pittori il più ricco ammaestramento è quello che si trae dalla musica” Io condivido perfettamente questo pensiero e stare in questo teatro durante le serate concerto di Ibla Classica International ho tratto tantissima ispirazione, conforto, spiraglio e inquietudine dalla musica eseguita. Metabolizzare queste sensazioni e “stenderle” sulla tela  crea un legame talmente stretto da non vederne più i confini

 

Puoi farci un esempio di questo legame musica-pittura sulle tue opere?

 

 

 Mi lascio ispirare dalla musica e dai suoi “colori” in tele come “Imprimatur”, “Magenta” dove le pennellate seguono le note di Rachmaninov,  o come quelle di Prokoiev  che mi hanno ispirato le infinite sfumature de “Attesa”, opera inedita  in cui due entità sono in attesa di incontrarsi in un respiro.

Cambiano le situazioni , cambiano i sentimenti qual è la costante di Ausilia Miceli e di cosa è fatta la sua realtà?

In tutti i cambiamenti che ho affrontato nella vita , l’unica vera costante è stata la pittura, la creatività e il colore. C’è stato un momento in cui ho capito che la pittura non sarebbe più potuta essere assente nella mia vita. Credo sia stata sempre presente, anche se ignorata, sofferta.

La mia realtà? Potremmo chiacchierare di una realtà fatta di un amore verso il mare e la campagna degli Iblei…di una passione incurabile verso il viaggio e le due ruote… di una curiosa gelosia nei confronti dei libri che “popolano” il mio spazio, della necessità di vivere quotidianamente il contatto con la musica e di un sogno… di un magnifico sogno che ad ogni pennellata diventa sempre più una magnifica realtà!

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