Mucche amare a Monterosso. Consiglio per votare una mozione d’indirizzo, ma la mozione non c’è!

Il Consiglio straordinario di Monterosso Almo, celebratosi ieri sera e che era stato convocato principalmente per discutere del complesso fenomeno del pascolo abusivo che in queste ultime settimane ha portato allo sterminio di almeno una decina di mucche, è finito in una lunga chiacchierata fumosa da bar durata tre ore.

Tragicomico: non ce ne vogliano i consiglieri, il presidente del consiglio, il sindaco Pagano. Ma non c’è un altro termine per definire quello che è accaduto ieri sera. L’oggetto principale di tutta la vicenda, il motivo per cui era stato convocato in auditorium e si è pure fatta la diretta streaming, era noto a tutti: discutere e uscire fuori dalla seduta con almeno una mozione d’indirizzo, un atto, seppur simbolico, d’impegno da parte di tutto il consiglio comunale a risolvere (quantomeno a contenere) questo grave problema del pascolo abusivo.

Eppure, la mozione non c’era. Non era stata inviata ai consiglieri comunali, non si è trovata la copia. E quindi? E quindi niente, si è rimasti lì a discutere del sesso degli angeli, una serie di interventi più o meno interessanti ma del tutto inutili. Lettera morta.

C’è anche da dire che generalmente le mozioni d’indirizzo sono presentate dai consiglieri comunali o dai gruppi consiliari. In questo caso, la mozione era stata presentata dalla Giunta per essere condivisa dal consiglio. Una procedura non usuale. Ma tutti, comunque, erano d’accordo per discuterla e votarla.

Si parte con una discussione di un’ora circa su altre questioni: il fotovoltaico, le opere che non hanno ottenuto finanziamento, il campo sportivo, i bonus da dare alle famiglie…
Poi, finalmente, si sarebbe dovuta discutere la mozione d’indirizzo: “Azioni di contrasto al pascolo abusivo. Il presidente del consiglio Giovanni D’Aquila, chiede che venga messa ai voti la proposta di aprire il consiglio al pubblico.

I consiglieri di minoranza fanno notare che la seduta è stata convocata come straordinaria e non come pubblica e non vi è nessun articolo del regolamento del consiglio che prevede eventualmente un simile passaggio. Davanti ai problemi di procedura, il presidente ritira la proposta. Naturalmente, volano parole grosse nei confronti della presidenza del consiglio: “siete degli sprovveduti” è il claim più gettonato, dato che, secondo la minoranza, bastava semplicemente convocare il consiglio come aperto e coinvolgerli, invece di arrivare in consiglio “senza aver fatto i compiti”.

Si comincia a discutere della mozione e tutti concordano su un punto: è un problema che Monterosso si trascina dietro da 30 anni. Tutti, chi più chi meno, hanno avuto a che fare con questo problema e tutti vorrebbero mettere la parola fine a questa annosa questione. La domanda che tutti si pongono è questa: a chi ci si deve rivolgere se una persona trova una mucca nel proprio terreno?
I consiglieri di minoranza chiedono che almeno si legga la mozione in aula e qui si viene a scoprire che la mozione non esiste. Non è stata inviata ai consiglieri e non vi era una copia in consiglio. Pare ne esista una copia in digitale. Naturalmente, scoppia una polemica infinita su questo modo di procedere (e non a torto).

Si decide, comunque, di discutere del problema lo stesso. Per la precisione, sono i consiglieri di opposizione a mettere in rilievo che molti sono stati costretti ad abbandonare i propri terreni e a lasciarli incolti per via del danno provocato dal pascolo abusivo. Da sottolineare, infatti, la totale assenza di opinioni da parte dei consiglieri di maggioranza: c’erano, ma non hanno mai preso parte attiva alla discussione.

Unico intervento extra consiglio, quello del maresciallo Cascone, comandante della Stazione dei Carabinieri di Monterosso. Un intervento di buon senso, che invita tutti a passare dalle parole ai fatti, o meglio alle “azioni” come le chiama lui: “Si è ridotto qualche incidente stradale, si sono fatte delle multe, ma bisogna cercare l’ordinanza giusta per affrontare questo problema. E il problema si pone perché bisogna trattare questi animali senza l’uso della violenza”. Secondo il maresciallo, questo problema non è né di destra, né di sinistra. Si è parlato, ad esempio, della possibilità di narcotizzare gli animali per catturarli. E poi? Chi li deve gestire? E per quanto tempo? E a spese di chi, soprattutto?

Alla luce di queste considerazioni, il consigliere di minoranza Mario Dibenedetto, lancia un paio di proposte: che il Comune di Monterosso si costituisca parte civile nel caso in cui qualche cittadino decida di denunciare e vi sia un processo e che si costituisca un capitolo di bilancio ad hoc per gestire economicamente il fenomeno.
L’ultimo intervento è quello del sindaco, Salvatore Pagano: il suo, è un intervento che cerca di mettere in luce, storicamente, il fenomeno. Un intervento anche molto interessante sotto certi aspetti, ma di difficile comprensione sul momento: meglio sarebbe stato leggerlo, o avere comunque una documentazione consultabile.
Nonostante il sollecito delle opposizioni ad uscire dalla seduta con “qualcosa in mano”, alla fine il consiglio termina così: con la mozione che non c’è e un interrogativo non risolto, messo in risalto dal consigliere di minoranza Giuseppe Schembari: “Quello che ci interessa sapere, visto che c’è un vuoto normativo, è stabilire chi deve fare cosa. Un problema che al momento non ha soluzione”.

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