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Morì nell’incendio di casa a Noto. Due fermati. Gli indagati avrebbero voluto intimidirlo
03 Mar 2022 17:30
Gli agenti della squadra mobile e del commissariato di Noto hanno eseguito il decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di Salvatore Cannata e Marco Accarpio, di 25 e 37 anni, accusati, in concorso, di aver incendiato la sera del 15 febbraio scorso un’abitazione a Noto, causando la morte di Vincenzo Blanco, 36 anni, che si trovava all’interno (i reati contestati sono incendio e morte come conseguenza di altro delitto).
L’intimidazione sarebbe nata nell’ambiente della criminalita’, ma secondo la polizia i due non avrebbero voluto uccidere Blanco ma si sarebbe trattato di un avvertimento forse per debiti di droga nei confronti di qualcuno vicino a Blanco. Secondo la ricostruzione degli investigatori la vittima era tornata a casa dopo aver partecipato ad una festa di compleanno. Grazie ad alcune testimonianze ed ai filmati dei sistemi di video sorveglianza nelle strade nei dintorni di via Ronco Bracciano, gli agenti hanno individuato i due uomini.
Nelle immagini si vedono due uomini entrare nel vicolo e poi uscire velocemente e dopo pochi istanti si vede il fumo dell’incendio. I poliziotti hanno utilizzato anche i video pubblicati sui social. I due fermati “indossano un abbigliamento sportivo, lo stesso indossato poche ore piu’ tardi quando, lasciata l’abitazione a bordo della loro utilitaria, raggiungono il vicolo dove si trova l’abitazione della vittima” spiega la polizia. La vittima, nel tentativo di spegnere le fiamme che avevano ormai circondato l’intero stabile distruggendo gli arredi, e’ rimasto intossicato morendo per asfissia sulla rampa di scale che dal piano terra conduce al primo piano dove si trova la camera da letto.
Accanto al cadavere i vigili del fuoco hanno trovato un secchio d’acqua, con il quale, probabilmente, la vittima aveva cercato di spegnere le fiamme.
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