Modica, recuperato un prezioso dipinto rubato 40 anni fa: era su un sito d’aste

Modica si è ritrovata protagonista di un’operazione significativa nel campo della tutela del patrimonio artistico nazionale. Durante un’indagine finalizzata al contrasto della vendita illecita di beni culturali su piattaforme di e-commerce, i Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale (TPC) hanno sequestrato un’opera di grande valore storico-artistico, trafugata quasi quarant’anni fa.

L’intervento, condotto in sinergia tra i Reparti TPC della Sicilia e le autorità locali, ha permesso di recuperare un dipinto olio su tela raffigurante “Venere in Amore”, attribuito a Paolo De Matteis (1662–1728), pittore di spicco del barocco napoletano. L’opera era stata rubata il 17 novembre 1986 dal Palazzo Chigi–Albani di Soriano nel Cimino (Viterbo) e recentemente era riapparsa su un sito di aste online. L’attività investigativa ha condotto all’individuazione del venditore, un cittadino modicano ora indagato per ricettazione e possesso illecito di beni culturali.

Nel corso delle perquisizioni, sono stati rinvenuti anche altri reperti archeologici fittili, tra cui un’anfora, una lucerna, un vasetto e un piatto, tutti potenzialmente riconducibili a scavi clandestini. La Banca Dati dei Beni Culturali Illecitamente Sottratti, gestita dal Comando TPC, ha confermato l’autenticità e l’origine illecita dei beni.

Un caso emblematico per la provincia di Ragusa

L’operazione condotta a Modica non è isolata: si inserisce in una più ampia strategia nazionale basata su prevenzione e contrasto al traffico illecito di beni culturali, con un’attenzione particolare al Sud-Est della Sicilia. Nel corso del 2024, i militari del TPC hanno eseguito 496 controlli in tutta l’isola presso musei, biblioteche, archivi, mercatini e aree archeologiche, verificando anche il rispetto delle normative nei luoghi sottoposti a vincoli paesaggistici.

In provincia di Ragusa, questi controlli hanno rappresentato un presidio fondamentale, vista la presenza di numerosi siti di interesse archeologico, chiese, musei civici e collezioni ecclesiastiche che custodiscono un patrimonio spesso vulnerabile a furti o dispersioni.

Il bilancio del 2024, a livello regionale, mostra un aumento delle denunce di furto: 18 episodi registrati contro i 13 dell’anno precedente, molti dei quali emersi solo dopo aggiornamenti agli inventari. I luoghi colpiti includono musei, pinacoteche, archivi ecclesiastici, biblioteche e luoghi di culto – contesti che, nel Ragusano, abbondano e meritano costante vigilanza.

Risultati concreti e un segnale forte

Nel solo 2024, le indagini del TPC in Sicilia hanno portato al recupero di 124 reperti archeologici e al sequestro di beni culturali per un valore stimato superiore a 800.000 euro. Sessantacinque persone sono state denunciate per reati che vanno dal furto alla ricettazione, fino alla contraffazione e al danneggiamento di beni paesaggistici.

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