È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
MISSIONE ARCHEOLOGICA ITALIANA A KIME (TURCHIA)
13 Lug 2011 08:56
Partirà venerdì di buon mattino il gruppo ragusano della Missione Archeologica Italiana a Kyme, in Turchia, dove studiosi di 4 università (Catania, Cosenza, Napoli e Milano), coordinati dal Prof.Antonio La Marca dell’Università della Calabria, conducono da tempo ricerche sul famoso sito archeologico dell’Egeo, capoluogo dell’Eolide e patria del poeta greco Esiodo, nel quale anche altri ricercatori europei hanno lavorato per anni.
La compagine iblea del Centro Studi Leonardo Poidomani, formata dall’archeologo Nicolò Bruno, coordinatore, da Antonella Pancaldo, restauratrice, Maurizio Buggea, responsabile nazionale per l’archeologia subacquea della UISP, da Veronica Falcone restauratrice e laureanda in Archeologia e da Paolo Perconti geologo, parte da Ragusa e non viaggerà con aereo, ma con un furgone appositamente attrezzato con strumentazione e attrezzature ingombranti, che si imbarcherà per la Grecia e da lì, via terrà, andrà, via Istanbul verso Izmir e finalmente a Kyme, dove nel frattempo saranno arrivati gli altri esperti della Missione, nominati dalle Università e per esse dal prof. La Marca.
La Missione italiana durerà sei mesi e conta di portare a casa risultati straordinari perchè le premesse scaturite da precedenti e recenti ricerche fanno pensare a scoperte, forse addirittura clamorose, specie nella zona rivierasca, dove i nostri sub lavoreranno in modo particolare. A questo punto, non possiamo che augurare ai componenti ragusani della Missione, non solo buon viaggio, ma anche e soprattutto buon lavoro, dipendendo da questo il ritorno di immagine, per la nostra comunità scientifica, di valore europeo se non mondiale.
© Riproduzione riservata