MARIA GRAZIA, LA “MAMMA RUGBY” RAGUSANA

RAGUSA – Le dinastie sportive in Italia sono tante e spesso hanno fatto la storia e la fortuna di diverse discipline. Limitandoci ai fratelli che hanno condiviso la stessa passione come non ricordare nel canottaggio Giuseppe e Carmine Abbagnale che grazie all’apporto del terzo fratello Agostino hanno firmato con le medaglie 5 Olimpiadi. Franco e Beppe Baresi nel calcio hanno diviso i cuori della Milano pallonara mentre Francesco, Aldo, Enzo e Diego sono i componenti della “squadra” trentina dei Moser, ciclisti con caratteristiche e palmares differenti.

Anche il rugby ha i suoi “fratelli”: gli inglesi Ben e Tom Youngs, rispettivamente mediano di mischia e tallonatore dei Leicester Tigers, e gli italiani Mirko e Mauro Bergamasco. Negli anni settanta/ottanta il “record” di fratelli rugbisti è stato appannaggio dei fratelli Francescato: Bruno, Nello, Rino e Ivan. Tornando ai giorni nostri una particolare menzione spetta al Padua Rugby Ragusa, nelle cui fila giocano i fratelli Iacono: Paolo, Giuseppe, Stefano e Cristian, elencati in rigoroso ordine di età. Sicuramente fiera e orgogliosa è la signora Maria Grazia, la quinta rugbista della famiglia che sicuramente non sarebbe da meno della “collega” inglese Julie Burgess che non ha esitato a bacchettare il tecnico inglese Mc Namara, “colpevole” di aver convocato solo tre dei suoi 4 figli per i mondiali di rugby a 13 del 2013. “Sono felice per George, Tom e Sam. Ma sono delusa che Luke sia rimasto fuori, mi dispiace perché i figli per una mamma sono tutti uguali” commentò la Burgess.

Dall’Inghilterra a Ragusa la storia non cambia, stessa passione per la palla ovale e stesso numero di figli per la signora Maria Grazia, a cui chiediamo com’è fare da mamma a quattro rugbisti?

È bellissimo!

Perché bellissimo?

Perché praticano uno sport sano e che, con il tempo, ho imparato anch’io ad apprezzare.

Quindi lei è felice che i suoi figli giochino a rugby?

Sì, anche perché hanno cominciato quando avevano un’età pericolosa, un’età in cui avrebbero potuto iniziare a frequentare delle brutte compagnie. Invece con il rugby questo pericolo è stato evitato e, addirittura, pian piano hanno imparato ancora di più cos’è il rispetto e l’educazione.

Ma non le pesa lavare tutti quei vestiti sporchi che le portano ogni sera dopo gli allenamenti?

Per niente! Li lavo e non mi lamento.

Come sono i suoi figli fuori dal campo?

Sono quattro fratelli ma sono uno diverso dall’altro. Paolo, ad esempio, è un tipo calmo e riservato, mentre i due di mezzo, Stefano e Peppe, sono più esuberanti ed estroversi. Il piccolo, Cristian, in casa invece è il più coccolato tra i quattro. Ma per me sono tutti uguali.

Signora Maria Grazia, quando il Padua vince che succede in casa?

Si fa festa. Siamo tutti felici, io per prima perché sono una tifosa del Padua. E se uno dei miei figli ha fatto una bella partita, sono ancora di più contenta.

E quando invece il Padua perde?

Peccato per la sconfitta, ma bisogna esser contenti lo stesso, perché i tifosi non devono mai provare delusione per la propria squadra.

Lei partecipa sempre al terzo tempo, e non è raro vederla con il grembiule in cucina o a servire ai tavoli. Perché lo fa?

Perché il Padua è la mia famiglia e tutti i giocatori, che conosco uno per uno fin da quando erano piccolini, li considero come fossero figli miei.

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