MARE NOSTRUM

Luogo privilegiato dell’incontro fra Nord e Sud, Est ed Ovest, il Mediterraneo durante tutta la sua storia millenaria ha messo in contatto popoli e civiltà diverse, segnandone l’evoluzione attraverso i secoli. La peculiarità del Mediterraneo non sta solamente nella dolcezza del clima o nella bellezza delle tradizioni ma religioni e culture differenti possono interagire ed arricchirsi dal confronto reciproco.

Il fatto di essere un vero e proprio “mare fra le terre” attraverso il quale esso è sempre stato una frontiera nell’accezione più positiva del termine, confine proiettato verso l’altro dove la purezza si perde in favore di una contaminazione continua.

Ma nonostante la sua bellezza e la sua importanza geografica,il mare Mediterraneo è fra i mari, il più inquinato. Il mare è sempre stato considerato uno scarico naturale.

 Gli aspetti più visibili di questo problema sono gli incidenti delle petroliere o le attività illegali di scarico dei rifiuti in mare ma nonostante ciò l’inquinamento marino è dovuto principalmente ad altre fonti, quali città costiere prive di depuratori che scaricano le acque sporche nei fiumi o nei mari vicini, industrie che rilasciano le sostanze chimiche nell’aria o nei sistemi idrici o più semplicemente i rifiuti che tutti noi bagnanti lasciamo sulla spiaggia.

L’inquinamento petrolifero è particolarmente elevato sulle coste basse dove è sufficiente una sottile patina d’olio trasportata dalle correnti litoranee per causare devastazioni permanenti. Sulle coste alte i danni riguardano per lo più gli uccelli marini che ingeriscono petrolio che impregna l’acqua e il fondale, o ingerendo molluschi saturi di idrocarburi.

Il fenomeno è di difficile quantificazione anche perché molte fonti  restano ancora sconosciuti.

Il Mediterraneo impiega circa 70 anni per il ricambio totale delle acque, prima riusciva ad assorbire i rifiuti grazie a speciali batteri, ora purtroppo è come soffocato dall’inquinamento ed è diventato più difficile smaltire i rifiuti.

 

Per cercare di risolvere il problema dell’inquinamento delle acque marine, ricercatori sia in Cina che in America hanno trovato delle possibili soluzioni che potrebbero aiutare a ripulire i mari.

I ricercatori Cinesi hanno deciso di ispirarsi a una delle specie messe maggiormente a rischio dal cattivo stato di salute degli oceani: I coralli. La nuova soluzione proposta dagli scienziati prevede di utilizzare  delle  nano-strutture simili a quelle dei coralli, che possono intrappolare una quantità maggiore di agenti inquinanti.

«L’imitazione di strutture di natura biologica come quelle dei coralli apre scenari promettenti», ha dichiarato il responsabile dello studio, Xianbiao Wang. «Speriamo che il nostro lavoro sia a sua volta fonte di ispirazione per altre ricerche sullo sviluppo di soluzioni simili».

 

L’equipe di ricercatori americana hanno attuato un depuratore meccanico. La Ohio State University (OSU) ha realizzato una maglia in acciaio inossidabile in grado di funzionare da filtro selettivo: cattura infatti l’olio e lascia passare le molecole d’acqua. Si tratta del primo passo verso la progettazione di gigantesche reti che consentirebbero di ripulire un tratto di mare altamente inquinato dal petrolio.

 

Sono solo due esempi di gruppi di scienziati in tutto il mondo che si muovono verso la direzione giusta .

Per anni chi si è battuto in difesa dell’ambiente è stato visto come un utopista, un visionario, come un oppositore del progresso umano.

Oggi è sempre più evidente a tutti che bisogna attuare un profondo cambiamento nella mentalità degli uomini. Dobbiamo avere un comportamento che ci permette la convivenza tra utilizzazione e conservazione  delle risorse, l’unica via da percorrere nella logica della sopravvivenza.

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Articolo redatto da : Daniele Lo Grasso e Alessio Bottiglia

Classe III A indirizzo Turistico

Istituto Tecnico Statale” G. Garibaldi” – Marsala

Docente referente: prof.ssa Teresa Titone

 

 

 

 

 

 

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