È una storia di coraggio, resilienza e straordinaria solidarietà istituzionale quella che vede protagonista la piccola Maria, neonata prematura di sole 25 settimane e con un peso di appena 700 grammi. A raccontarla è Giuseppe Drago, direttore generale dell’Asp di Ragusa, all’agenzia ANSA. Nata da una gravidanza gemellare frutto di fecondazione assistita, Maria ha dovuto […]
Mamme lavoratrici, fate crescere i vostri bambini a Monterosso o Giarratana
15 Mar 2025 08:55
Passata l’inutile e puntuale retorica sull’8 marzo, i problemi delle lavoratrici restano. Lo sappiamo bene: le nostre donne, mediamente, sono pagate di meno a parità di mansioni dei colleghi di lavoro, fanno molta più fatica a fare carriera e, spesso, sono costrette a dimettersi allorquando decidono di mettere al mondo dei bambini.
L’Italia è uno dei Paesi europei in cui questa dinamica è più marcata. In base ai dati Eurostat infatti il nostro paese si caratterizza per un divario molto ampio tra i genitori che lavorano. Per riavvicinare il tasso di occupazione femminile alla media europea, e ridurre i divari all’interno del paese, è quindi essenziale l’estensione dei servizi per la prima infanzia e la loro accessibilità in termini economici. Un legame individuato anche a livello continentale, e su cui da anni investono anche le politiche Ue.
Il nostro Paese ha una delle percentuali più basse sul tasso di occupazione delle madri nel confronto con gli altri Paesi europei: 55,3%, considerando le donne di età compresa tra i 20 e i 49 anni con figli di meno 6 anni. Sotto di noi ci sono soltanto Grecia, Romani e Repubblica Ceca. I dati indicano chiaramente come alla nascita di un figlio cala soprattutto l’occupazione femminile. In questa dinamica è fondamentale il ruolo degli asili nido.
L’elaborazione di Openpolis su dati Istat aggiornati al 2022 riserva nel ragusano risultati sorprendenti, se inquadrati in percentuale. Nel ragusano, Monterosso Almo e Giarratana hanno un’offerta di servizi per la prima infanzia ben superiore alla media nazionale di 30 posti ogni 100 bambini. Nel Comune più piccolo degli Iblei, che secondo l’Istituto centrale di statistica ormai conta 2.750 abitanti, ci sono 97,6 posti in asilo nido ogni 100 bambini da 0 a 2 anni; nella vicina Giarratana (2.908 abitanti) 52,2 posti ogni 100 infanti. Pensate che a livello nazionale Siena è ritenuta la più virtuosa con quasi 60 posti/100 bambini. Neanche Danimarca, Islanda e Paesi Bassi, ai primi tre posti in Europa, vantano queste percentuali. Se aggiungiamo Chiaramonte Gulfi, 22 posti in asilo nido ogni 100 bambini, possiamo dire che per una lavoratrice l’ideale sarebbe fare crescere i propri piccoli in uno dei nostri centri montani. Anche perché basta spostarsi di qualche chilometro per fare crollare la percentuale in provincia. A Ragusa risultano disponibili 10,7 posti/100 bambini; a Modica 10,2%; a Ispica 19; a Scicli 12,5; a Comiso 11,2; a Pozzallo 6,9; a Vittoria 5,5. Acate e Santa Croce Camerina sono ferme a 0: gli asili nido non esistono.
Ragusa è la città con il maggiore tasso di occupazione femminile, il 58,1% rispetto a quella maschile del 74%. Dopo Modica (52,3%) sono proprio Chiaramonte e Monterosso a registrare le più alte percentuali di lavoratrici, rispettivamente di 51,1 e 50,6%, mentre Acate ha la più bassa: 35,9%. “Tendenzialmente quindi l’occupazione femminile va di pari passo con l’offerta di servizi per la prima infanzia e viceversa”, è scritto nel rapporto.
Sono tutte dell’Italia centrosettentrionale le 10 città con più occupazione femminile: Belluno, Siena, Bolzano, Trento, Lodi, Prato, Cuneo, Modena, Lecco e Milano. Al contrario, sono tutte nel Sud le città italiane con l’occupazione femminile più bassa: Catania, Napoli, Palermo, Trapani, Andria, Taranto, Messina, Crotone, Siracusa e Trani.
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